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Mattarella alla Marina: Vitale assicurare la libertà del mare



«La guerra scatenata dalla Russia in Ucraina, la crisi generata dalle milizie Houthi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, il terribile conflitto tra Israele ed Hamas, che sta causando decine di migliaia di vittime, hanno sottolineato l'importanza vitale di assicurare la libertà delle vie marittime e la agibilità delle infrastrutture fondamentali critiche sottomarine, da quelle energetiche a quelle di trasferimento dei dati, a garanzia della vita e della prosperità della comunità internazionale e, in essa, dell'Italia». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella saluta la Marina Militare nel giorno in cui festeggia la propria Giornata, a 106 anni dall'impresa di Premuda che, con l'affondamento della corazzata austro ungarica Santo Stefano, dette una svolta decisiva alla Prima guerra mondiale. A Civitavecchia, alla presenza del ministro della Difesa Guido Crosetto e degli ammiragli Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina e Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato maggiore della Difesa (che hanno tracciato un quadro chiaro delle sfide che la complessità della situazione odierna, in particolare ai confini est dell'Europa e nel Mar Rosso comportano), gli uomini e le donne in divisa schierati rappresentano, anche plasticamente, l'evoluzione di questi anni. Una evoluzione che, rendendoli capaci di operare sopra e sotto i mari, nei cieli ea terra, garantisce quella sicurezza «senza la quale non esiste libertà, non esistono ospedali, non esistono scuole», come ha ricordato il ministro Crosetto.

«La dimensione marittima», aveva scritto ancora Mattarella, «si conferma sempre più rilevante nella vita dei popoli, costituendo parte essenziale dello sviluppo delle libertà e delle cornici di sicurezza poste a tutela. Il contributo della Marina Militare, con il livello di eccellenza fornito nell'intreccio tra tradizioni, tecnologia e professionalità, si conferma più che mai prezioso nell'attuale contesto internazionale».

Nel corso della Giornata sono state consegnate le bandiere di combattimento alle navi d'altura Paolo Thaon di Revel e Francesco Morosini e le medaglie d'oro al merito all'ammiraglio in pensione Francesco Ricci, per aver ristrutturato e posto a servizio della città di Taranto lo splendido castello aragonese che si affaccia tra il mar Piccolo e il mar Grande, e nave Vulcano (nella foto), «per il suo eccezionale servizio di assistenza sanitaria», come nave ospedale nell'ambito dell'operazione Levante, ai pazienti provenienti dalla Striscia di Gaza». A sapere del riconoscimento sono emozionati anche i piccoli pazienti che, grazie alla nave sono riusciti ad arrivare in Italia con le loro madri. In tutto 62 assistiti dagli ospedali pediatrici del Gaslini, del Meyer, del Bambino Gesù… «Con alcuni sono ancora in contatto», confessa il comandante Lorenzo Bonicelli della Vite. Un'operazione che anche il ministro della difesa ricorda «con orgoglio, perché anche nel momento più brutto si può pensare alla pace e non ci abbiamo pensato un attimo a mandare una nave con un compito di operazione umanitaria». Una nave, sottolinea ancora il comandante, «nella quale, sotto l'unico involucro di Vulcano, hanno pulsato tanti cuori: quello del nostro equipaggio, dei medici interforze, del personale catarino, dei volontari della Fondazione Rava, dei mediatori culturali… Facciamo tante cose che passano inosservate, questa ha avuto un particolare impatto, anche se noi non abbiamo fatto altro che operare al meglio delle nostre possibilità. Abbiamo fatto delle cose “normali” per noi, certo in un contesto particolarmente difficile, basti considerare che siamo stati ormeggiati per due mesi in un porto non italiano e non militare». Una attività particolarmente lodata da tutti e che come si legge nella motivazione con cui è stata conferita l'onorificenza, è servita a dare, senza soluzione di continuità, «assistenza sanitaria ai pazienti provenienti dalla Striscia di Gaza affetti da patologie oppure sofferenti a causa delle gravi ferite riportate per gli effetti collaterali del conflitto. Lo slancio, il coraggio, la generosità e la straordinaria perizia messi in evidenza dall'equipaggio di nave Vulcano», si legge ancora, «hanno enfatizzato, nel contesto globale agli occhi della comunità internazionale la propensione e la concreta attitudine della forza armata e del Paese a porsi vieni credibile interlocutore nell'intervenire con prontezza ed efficacia in assistenza ai bisognosi nel rispetto dell'indole marinara che non lascia mai indietro nessuno».





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