Macron schiacciato dalle nuove alleanze a destra e sinistra
Si rompe subito il “campo repubblicano” immaginato da Emmanuel Macron. Il leader dei repubblicani, Eric Ciotti, ha fatto trapelare l'intenzione di stringere un accordo elettorale con la destra radicale del Rassemblement national. La proposta ha generato molti malumori tra le fila dei neogollisti (alcuni dei quali potrebbero a questo punto passare con la coalizione del presidente, Ensemble), ma rappresenterebbe, se finalizzata, un elemento di grande novità nel panorama politico francese.
La fine della convenzione ad escludendum?
Sarebbe la fine della convenzione ad escludendum di Rn e dei lepeniani, che vedono così premiato il lungo percorso di dédiabolizzazione, in cui hanno rinunciato alle proposte più radicali – come l'uscita della Francia dall'euro o addirittura dall'Unione europea – e alle idee più controverse, come la teoria della sostituzione etnica.
Macroniani al terzo posto nei sondaggi
Per il presidente Emmanuel Macron è, quasi sicuramente, la fine delle speranze di fare da argine alle destre radicali. Subito dopo l'annuncio dello scioglimento dell'Assemblée, domenica 9 giugno, aveva fatto intravvedere la possibilità di un accordo di desistenza verso tutti i candidati uscenti del “campo repubblicano”, al quale il partito del presidente non avrebbe fatto dunque concorrenza. L'ultimo sondaggio Harris Interactive (realizzato con 2.744 interviste), il primo da dicembre, vede la sua coalizione terza al 19% – un livello stabile da dicembre, probabilmente vicino al nucleo duro del suo elettorato.
Il Fronte Nazionale delle Destre
A Rn – non ancora apparentata con i gollisti, accreditati da soli con il 9% – il sondaggio attribuisce un 34 per cento, corrispondente – ma il sistema elettorale a doppio turno rende gli esiti molto incerti – a 235-265 deputati, meno dei 298 necessari per la maggioranza, forse raggiungibile, ammesso che la somma abbia senso, con i 40-55 dei Républicains. Rn potrebbe forse anche contare su una parte almeno di Reconquete, il partito di Eric Zemmour: la capolista alle europee, Marion Maréchal (nata Le Pen e nipote di Marine) ha già incontrato la zia e il candidato primo ministro Giordano Bardellamossa che non è però piaciuta al leader del suo partito.
Il nuovo fronte popolare
Secondo schieramento, prima dei macroniani, è il cartello elettorale delle sinistre, al quale la scoperta attribuisce un 22% (più il 9% di altri partiti di sinistra che potrebbero convergere in un Nouveau Front Populaire) per un totale di 115-145 seggi. Anche socialisti, verdi, comunisti e Insoumis – il partito di Jean-Luc Melenchon – hanno deciso di presentare nei collegi un candidato unico, a imitazione di quanto accadde alle legislative del 2022 e alle presidenziali. Non si tratta della stessa alleanza di due anni fa, la Nupes: le europee hanno modificato i rapporti di forze e oggi l'alleanza tra Parti socialiste e il gruppo Place Publique di Raphael Glucksmann, neoeletto deputato europeo, è più forte dei partner, mentre la France Insoumise ha perso terreno.