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Papa Francesco, un vescovo tra i suoi preti


Tre incontri in meno di un mese. Papa Francesco conclude nell'aula Paolo VI della Pontificia università salesiana il suo giro di dialogo con tutti i sacerdoti romani. Aveva cominciato il 14 maggio incontrando i presbiteri con più di 40 anni di ordinazione. Nella parrocchia di san Giuseppe al Trionfale una sessantina di preti accompagnati dal vescovo Baldo Reina, vicegerente della diocesi di Roma, e da monsignor Michele Di Tolve, delegato dell'Ambito per la cura del diaconato, del clero e della vita religiosa, avevano potuto scambiare domande e risposte con il Pontefice in un clima cordiale e molto aperto. Il 29 maggio, invece, Francesco (nella foto all'uscita dall'incontro) aveva dato appuntamento ai più giovani, quelli con meno di dieci anni di ordinazione, presso la Casa delle Suore Pie Discepole del Divin Maestro. L'11 giugno, invece tocca a quelli di mezzo, dagli 11 ai 39 anni di ordinazione, circa 500. Il giro segue l'altro che Bergoglio aveva voluto fare nei diversi settori in cui è divisa la diocesi di Roma. «Il suo desiderio», aveva spiegato monsignor Di Tolve, «è quello di continuare a mantenere un dialogo diretto con i preti della sua diocesi». E se con i preti «più maturi» Francesco aveva parlato soprattutto delle varie fasi del loro ministero e del contenuto della Bolla di indizione del Giubileo, con i più giovani, circa un centinaio, aveva invece affrontato il tema delle difficoltà, soprattutto a vivere ea operare in periferia o in contesti difficili. Il Papa li aveva anche invitati a evitare «il chiacchiericcio» ea preferire, piuttosto il dialogo franco e aperto per affrontare le diverse situazioni.

Con l'incontro di oggi, rigorosamente a porte chiuse nonostante il piccolo assedio di giornalisti, «il Santo Padre», fa sapere il vicariato, vuole riflettere «su come continuare questo rapporto costante con i suoi preti, la maggior parte dei quali sono già impegnati nelle attività estive, attività educative come oratori estivi e campi. È importante educare anche in questo tempo particolare che la Chiesa vede come proficuo per i più piccoli, per gli adolescenti ei ragazzi, la parte più giovane della diocesi».





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