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Berlusconi, la commemorazione alla Camera finisce in bagarre. M5S: “No alla beatificazione”. Centrodestra esce dall’Aula per protesta


Il ricordo di Silvio Berlusconi dividere ancora la politica. Tanto che alla Camera finisce in bagarre la commemorazione del fondatore di Forza Italia. Un duro attacco del M5s – soprattutto per le sue vicende giudiziarie – innesca la reazione di gran parte delle forze di maggioranza che decidono di uscire dall'Aula. “Non è stata una commemorazione ma uno sciacallaggio politico”, ha lamentato Alessandro Cattaneo di Forza Italia. “A queste persone mancano le basi del rispetto istituzionale e in questo caso, purtroppo, umano. Non ci sono parole”, gli ha fatto eco il presidente di Noi Moderati Maurizio Lupi.

Protagonista dell'attacco al Cavaliere è stato il pentastellato Riccardo Ricciardi: “Non accettiamo la beatificazione di una persona che ha dato dell'eroe a un mafioso come Vittorio Mangano“. Ma già il prologo era stato infuocato: il gruppo 5S aveva annunciato che non sarebbe stato presente alla commemorazione al Senato. “Dimostrano di essere gli ultimi giapponesi di una guerra finita da tempo”, ha commentato caustica in una nota Debora Bergamini, vice segretario di Forza Italia. Avs invece si era invece chiamata fuori dalla cerimonia alla Camera. Dove nel frattempo arrivava una esaltazione del Cavaliere da parte di Italia Viva: il Cavaliere, ha detto la deputata renziana Naike Gruppioni, è stato “on grande tra i grandi”, la cui “visione e coraggio continueranno a ispirarci”. Dai banchi 5S di Montecitorio è partito invece l'affondo, che ha causato la reazione con l'uscita dall'Aula. E al quale poi ha risposto il vicepremier e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, nel corso del suo intervento: Silvio Berlusconi “ebbe anche un alto senso delle istituzioni, partecipò al governo Draghi, in cui c'erano anche i 5Stelle, e se andava bene allora non capisco perché non vada bene oggi. Se il giudizio morale era così negativo perché accettare di stare insieme?”. Certo, ha aggiunto il leader azzurro, “è lecito criticare gli avversari, anche lui lo faceva – ha sottolineato – ma non mancò mai il rispetto nei confronti dell'avversario politico. Mai, neanche una volta. Questo è il grande insegnamento in ogni democrazia, si combattono le idee, non gli uomini o le donne che la pensano diversamente”.



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