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Da Italo Foschi a Berlusconi, come si scelgono i personaggi che finiscono sui francobolli


Dietro la scelta dei personaggi a cui dedicare un francobollo ci sono logiche spesso misteriose.

Oltre all'omaggio a uomini e donne dello spettacolo, dello sport e della cultura generalmente amati e apprezzati, ci sono state anche diverse scelte per lo meno discutibili che hanno suscitato molte discussioni.

Dopo la polemica sul foglietto, composto da un francobollo più due chiudilettera, dedicato al fascista Italo Foschi, in qualità di primo presidente dell'Associazione Sportiva Roma Calcio, la prossima bufera politico-filatelica potrebbe infuriare il 29 settembre quando, in occasione di quello che sarebbe stato l'88esimo compleanno del fondatore di Forza Italia, verrà emesso un francobollo in ricordo di Silvio Berlusconi. Nonostante Corrado Augias lo abbia definito “imprenditore geniale ma uomo di Stato deplorevole” e l'associazione Wikimafia abbia promosso una petizione contro l'iniziativa, l'11 aprile il presidente della Repubblica ha infatti firmato il decreto, controfirmato dal premier Giorgia Meloni e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 maggio, che autorizza l'emissione in ricordo del Cavaliere, che fu quattro volte presidente del Consiglio».

Abbiamo chiesto a Claudio Baccarin, esperto dfi filatelia. firma de Il Collezionista della Bolaffi e segretario dell'Unione stampa filatelica italiana quali altri personaggi verranno effigiati sui francobolli italiani quest'anno.
«Lo stesso Dpr dell'11 aprile “ratifica” anche alcune già emissioni già avvenute, a cura del ministero delle Imprese e del Made in Italy, che fa capo ad Adolfo Urso. Vieni quelli per Giuseppe Tartarellaprimo missino poi di Alleanza Nazionale, che fu vicepresidente del primo governo Berlusconi, e per l'80esimo dell'assassinio di Giovanni Gentile, ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Mussolini. Una scelta, quella per Gentile, promossa nel suo blog da un intellettuale di destra come Marcello Veneziani, ma bocciata, su Altreconomia, da Tomaso Montanari, rettore dell'Università per stranieri di Siena. Per Gentile lo stesso Tatarella, trent'anni fa, come ministro delle Poste e delle Telecomunicazioni, aveva promosso un altro francobollo, nel 50esimo dell'assassinio del filosofo».

Ma poi com'è finita con il francobollo su Italo Foschi?

«Foschi è regolarmente in vendita alle Poste, ma il Ministero non lo riconosce sul suo sito. Cioè l'emissione è stata bellamente ignorata forse in attesa che la gente se ne dimentichi. Alla cerimonia ufficiale il ministro Urso non c'era. Mentre c'erano Picchio De Sisti ei tifosi della Roma».



Il ministero non celebra però solo esponenti della destra, giusto?
«Certo che no. Il 10 giugno, invece, è stato ricordato il “centenario della scomparsa” (così è rubricata l'emissione) del deputato socialista Giacomo Matteotti, ucciso dai fascisti. E sempre come “centenario della scomparsa” è stato catalogato, il 6 settembre 2023, il tributo a don Giovanni Minzoni, che certo non si era perso durante una gita in bicicletta ad Argenta. Il 3 novembre sarà commemorato invece Alberto Manzi, il maestro di Non è mai troppo tardi, che, attraverso la televisione, riuscì a far prendere la licenza elementare a un milione e mezzo di italiani».

E negli anni recenti chi è stato effigiato?
«Se per iniziare una strada a un personaggio meritevole, di regola si attendono dieci anni dalla morte, la filatelia negli ultimi tempi ha decisamente accelerato i tempi. Così il 27 marzo 2023 ha ricevuto un omaggio Franco Frattini, ministro degli Esteri in due governi Berlusconi e poi commissario europeo, che si era spento alla vigilia di Natale del 2022. Lo stesso “percorso accelerato” era stato assegnato stato, il 19 dicembre 2022, a David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, morto nel gennaio precedente. Sul filo dell'emozione il forzista Gilberto Pichetto Fratin, all'epoca viceministro del Mise, si era adoperato, il 15 ottobre 2021, per ricordare Jole Santelli, prima donna presidente della Calabria, a dodici mesi dal tragico esito della malattia che l'ha piegata».

Tra i personaggi dello spettacolo chi ha meritato di finire in un francobollo?
«Mi limite a citare alcune emissioni di quest'anno. Il 26 maggio è stato effigiato Mike Bongiorno, a cento anni dalla nascita e a settanta dall'avvio delle trasmissioni della Rai. Il 12 giugno è stato celebrato Stefano d'Orazio, il batterista dei Pooh. Il 28 settembre sarà la volta dell'indimenticabile attore Marcello Mastroianni, anche lui nato un secolo fa. Chi ama il ciclismo, a novembre potrà collezionare le immagini di quattro campioni del mondo: il primo italiano, Libero Ferrario, a indossare, nel 1923, la maglia iridata nella corsa su strada; Ercole Baldini; Vittorio Adorni; Felice Gimondi. Chissà quanti li ricordano anche attraverso le biglie utilizzate in spiaggia dai ragazzi negli anni Sessanta-Settanta».




Non è che la filatelia si è dimenticata delle donne?
«L'emissione dell'8 marzo di quest'anno ha celebrato tre figure davvero interessanti: la pedagogista e scrittrice Elena Giannini Belotti, l'autrice di Dalla parte delle bambine; la portatrice carnica Maria Plozner Mentil, che il 15 febbraio 1916 fu colpita da un cecchino austro-ungarico e morì il giorno dopo all'ospedale di Paluzza; Alfonsina Strada, prima e unica donna ad aver preso parte, nel 1924, a un Giro d'Italia maschile. Significativa poi la scelta da ricordare, il 5 ottobre 2023, “nell'80° anniversario del martirio”, Norma Cossetto, studentessa istriana dell'università di Padova, seviziata e infoibata dai partigiani jugoslavi nell'ottobre 1943».
Si ricordano solo personaggi trapassati?
«Le recenti Linee guida varate dal sottosegretario Fausta Bergamotto indicano, tra i criteri che governano le emissioni, la “scelta di commemorare personaggi illustri, purché non in vita, anche stranieri purché abbiano avuto un impatto eccezionalmente rilevante sul territorio e/o sulla comunità italiana ”. In passato si sono fatte eccezioni per i pontefici. Ad esempio, papa Francesco è stato protagonista, il 2 maggio 2013, di un'emissione congiunta Italia-Vaticano-Argentina; il 22 maggio 2014 di un valore dedicato al Concistoro; ben quattro valori lo ritraggono, il 7 dicembre 2015, davanti alle Porte Sante per il Giubileo straordinario della Misericordia. È poi un capitolo di storia il francobollo che, il primo giugno 1976, per il 30° anniversario della Repubblica, ha raccolto i ritratti di tre presidenti defunti (Enrico De Nicola, Luigi Einaudi, Antonio Segni) e di tre presidenti allora viventi (Giovanni Gronchi, Giuseppe Saragat e Giovanni Leone, all'epoca inquilino del Quirinale). Successivamente, ma solo dopo il passaggio alla miglior vita, sono stati ritratti anche Sandro Pertini, Carlo Azeglio Ciampi, Oscar Luigi Scalfaro. Alla prestigiosa galleria mancano soltanto Francesco Cossiga e Giorgio Napolitano. E c'è da scommettere che Sergio Mattarella non autorizzerebbe mai un francobollo con il suo ritratto».

Con i personaggi viventi, allora, come si fa?
«Un escamotage permette di aggirare la norma. Ad esempio, nel recente foglietto dedicato alla vittoria azzurra in Coppa Davis, sono stati affiancati un francobollo con le silhouette dei giocatori a una foto con i campioni azzurri. Così l'8 maggio Jannik Sinner è già entrato nell'album ma il suo volto, almeno formalmente, non è riconoscibile nel francobollo».




Ma i francobolli si collezionano ancora?
«I nuovi mezzi di comunicazione, a partire dalle mail, hanno determinato una significativa contrazione della corrispondenza cartacea. Le cartoline dalle vacanze si spediscono su WhatsApp. Basti dire che il citato omaggio ai trent'anni della Repubblica venne tirato in 15 milioni di pezzi. Mentre il francobollo per Matteotti è stato prodotto in 250.020 esemplari. Questa è più o meno la media per ogni emissione, destinata per lo più ai collezionisti. Il problema semmai è l'eccessivo numero di emissioni. Le Linee guida ne contemplano 60 l'anno, ma il programma delle uscite per il 2024 è già ancorato a 82. Se poi consideriamo che la serie del prossimo 17 ottobre presenterà dieci valori per altrettanti marchi storici, si capisce che il numero dei valori da mettere insieme diventa astronomico. Senza dimenticare il costo degli stessi. Quarant'anni fa, nel 1984, le emissioni tricolori furono 19 per un totale di 38 francobolli».





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