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Ilaria Salis, il ministro ungherese: “Il tribunale chieda la revoca dell’immunità”


L'elezione di Ilaria Salis, europarlamentare con Alleanza Verdi e Sinistra, crea scontento sia sul territorio nazionale che all'estero. Arriva anche dall'Ungheria la protesta contro l'immunità parlamentare all'attivista, che le consente di essere liberata già nelle prossime settimanenon appena il parlamento europeo la proclamerà eletta.

“L'autorità ungherese competente dovrebbe chiedere al Parlamento europeo la revoca dell'immunità” ha detto il capo di gabinetto del governo ungherese Gergely Gulyás durante una conferenza stampa. Lo scenario invocato dal ministro è quello in cui la maggioranza del Parlamento europeo decide di votare per la revoca, “se non ritiene accettabili gli abusi fisici e non vuole lasciare impunito questo tipo di grave crimine”.

Cosa potrebbe succedere

Se il voto a favore della revoca arrivasse davvero, continua il capo di gabinetto del premier Viktor Orban,”il procedimento penale potrebbe continuare durante il mandato dell'eurodeputata. In caso contrario il procedimento proseguirebbe al termine del mandato”.

Questo perché la revoca dell'immunità farebbe cadere anche l'inviolabilità, consentendo di andare avanti con il procedimento a suo carico.

In realtà, deve essere un'autorità nazionale competente e non il tribunale a chiedere eventualmente la revoca dell'immunità al Parlamento Europeo, che poi annuncia la richiesta in Aula e la deferisce alla commissione parlamentare competente.

“Mandare un criminale al Parlamento europeo non fa bene né al Parlamento europeo né agli elettori”, ha continuato Gulyàs. Aggiungendo che l'elezione di Ilaria Salis “è un'immagine poco positiva della democrazia italiana e di una parte della volontà degli elettori che ha voluto mandare al Parlamento europeo una criminale”.

La replica di Roberto Salis

Alle parole del ministro, il padre di Ilaria, Roberta Salis, risponde senza alcuna sorpresa. “Mi stupirei del contrario: se non lo dicessero sarebbe una ammissione che i capi d'accusa sono stati strutturati in modo pretestuoso in quello che è un processo politico”.

La questione più urgente, è però un'altra, sottolinea: la mancata proclamazione. Una volta arrivata “potrà andare dove vuole”, dice Salis, ma fino ad allora non potrà recarsi al Parlamento, dove “i 760 eurodeputati eletti stanno già lavorando per prepararsi alla prima seduta del 16 luglio”, ha spiegato.



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