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Mattarella: ‘Salvaguardare l’indipendenza della magistratura, è diritto del cittadino’



«Alla magistratura compete la tutela dei diritti e la garanzia di giustizia ad essa connessa. Senza questo lo Stato di diritto, fondato sull'uguaglianza e sulla dignità della persona, ne sarebbe gravemente incrinato. Va quindi salvaguardata l'indipendenza della magistratura, che, allo stesso tempo, costituisce una prerogativa di ogni singolo appartenente all'ordine giudiziario e insieme un diritto di ciascun cittadino». Lo ha detto il presidente della Repubblica incontrando il 12 giugno 2024 al Quirinale una rappresentanza della Rete dei consigli di Giustizia europeadi cui per l'Italia fanno parte il Consiglio superiore della magistratura e il Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa.

Un discorso che arriva all'indomani delle elezioni europee e che aiuta a ribadire i valori fondanti dell'Europa in tema di giustizia e di separazione dei poteri, concetto elaborato storicamente proprio in Europa, per la precisione in Francia, e messo nero su bianco nell 'Esprit des lois di Montesquieu nel 1748: «La Rete Europea dei Consigli di giustizia rinnova la fiducia in un progetto che venti anni fa, proprio a Roma ha visto la sua prima realizzazione, con la partecipazione convinta e attiva dell'Italia». Un progetto che «si sviluppa attraverso la democratica elezione dei rappresentanti dei Paesi che riconoscono e assicurano la indipendenza della magistratura quale elemento costitutivo dello Stato democratico. La Corte di giustizia dell'Unione europea, ha sottolineato che “il requisito della indipendenza dei giudici attiene al contenuto essenziale del diritto fondamentale a un equo processo” richiamando, a questo riguardo, il diritto dell'Unione e la salvaguardia dei valori comuni enunciati all «articolo 2 del Trattato dell'Unione, segnatamente il valore dello Stato di diritto».

A questo fine, Mattarella ha spiegato che «Obiettivo della Rete» non è «giungere ad un “modello unico” di Consiglio di giustizia, attesa la diversità fra i vari sistemi ordinamentali». Ma «favorire il confronto per agevolare l'armonizzazione delle normative nazionali, sulla base di valori e principi condivisi, come consacrati negli atti fondanti l'Unione europeasenza disperdere le peculiarità dei singoli ordinamenti, fisiologicamente determinati dalla storia di ciascuno di essi».

Non ha trascurato, il presidente, di accennare all'orizzonte sovranazionale del diritto, che è uno dei fattore di complessità che tante volte genera a livello del dibattito interno ai Paesi elementi di tensione tra politica e giustizia, soprattutto per l'insofferenza delle forze sovraniste :«La prospettiva nella quale il magistrato è chiamato a operare», ha osservato Mattarella, «Non è soltanto più nazionale ma si colloca in un orizzonte più ampio entro il quale garantire i diritti. La tradizione giuridica nazionale non ne risulta dispersa, bensì sviluppata in una dimensione europeaattraverso l'interlocuzione con la Corte di giustizia e con la Corte europea dei diritti dell'uomo, per assicurare una tutela sempre più completa e sempre più efficace.

A proposito del ruolo di garanzia costituzionale affidato ai Consigli di giustizia, il presidente ha ricordato i rischi, che il mondo ha evidenziato di recente, con riferimento implicito a Polonia, Ungheria, Turchia, ma anche Israele, dove, prima della guerra in corso, si riempivano le piazze per protesta contro la riforma della giustizia del Governo Netanyahu: «Recenti vicende di alcune democrazie occidentali», ha detto Matteralla, «dimostrano quanto possono essere gravi le conseguenze di una erosione dei pilastri dello Stato di diritto, qualora vengano sottratti spazi di indipendenza alla giurisdizione ovvero siano influenzate politicamente le nomine e le carriere dei magistrati . Appunto per questa ragione nella Dichiarazione di Atene, adottata dall'Assemblea generale dell'ENCJ nel giugno 2022, si afferma il principio in base al quale: “esiste un dovere collettivo per la magistratura europea di dichiarare in modo chiaro e convincente la propria opposizione a qualsiasi atto che possa compromettere l'indipendenza dei singoli giudici, della magistratura e dei Consigli di giustizia”. Si tratta del fondamentale e irrinunziabile principio della soggezione del potere – di ogni potere – alla legge. Il ruolo prezioso della Rete dei Consigli di giustizia si raffigura inoltre ancor più decisivo, in quanto assicura un luogo di confronto caratteristiche e di elaborazione culturale in grado di individuare, nella tradizione dei valori dell'Unione europea, le indispensabili affinché la magistratura svolga le sue delicate funzioni con indipendenza, autorevolezza e credibilità».





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