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Biden diserta la cena e blinda l’accordo con Kyiv



Avrà durata decennale, e dunque anche oltre il mandato di Joe Biden, l'accordo siglato tra Stati Uniti e Ucraina a margine del vertice del G7 a Savelletri.

Il presidente americano ha rinunciato alla cena offerta dal presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nella splendida cornice del castello svevo di Brindisi, per rimanere a colloquio con il presidente ucraino. Alla fine del bilaterale Biden e Zelenskyj si sono presentati alla stampa per chiarire che si tratta di una intesa sulla sicurezza che costituisce «una pietra miliare nelle relazioni tra i due Paesi». L'obiettivo, ha sottolineato Biden, «è rafforzare le capacità di difesa e di deterrenza dell'Ucraina» anche in vista di cosa potrà succedere nel futuro. Zelenskyj ha infatti posto la domanda «per quanto tempo rimarrà l'unità nel mondo? L'unità negli Stati Uniti, insieme ai leader europei» e cosa succederà dopo le elezioni americane se vincerà Trump, da sempre scettico nel fornire aiuti militari all'Ucraina?

«Se l'Ucraina non resiste, non resisterà nemmeno la democrazia di molti Paesi, ne sono certo», ha spiegato. L'accordo non impegna direttamente le truppe Usa nella difesa di Kyiv contro la Russia, ma il Congresso sia per assicurare un sostegno stabile all'Ucriana sia per consultarsi immediatamente in caso di altri futuri attacchi armati della Russia. L'accordo, in realtà, può essere disdetto con un preavviso di sei mesi da ciascuna delle parti, ma con un meccanismo che rende non facile abbandonarlo.

Zelensky ha anche ringraziato per l'accordo raggiunto al G7 – molto si è spesa la delegazione italiana – per il prestito da 50 milioni di dollari che verrà erogato attingendo agli interessi sugli asset russi sequestrati dall'inizio della guerra.

Intanto è giallo sulla parola «aborto» che, secondo Macron sarebbe sparita dalla bozza del documento finale. E se il presidente francese si dice «dispiaciuto» di questa cancellazione sottolineando che «evidentemente abbiamo sensibilità diverse», dalla delegazione italiana, invece si smorzano le polemiche e si fa sapere che nel testo che sarà pubblicato alla chiusura dei lavori «non si è tolto nulla» e «non c'è alcun passo indietro» su questo tema. La parola «aborto», si sostiene, non viene usata soltanto perché è implicita nel richiamo alle conclusioni di Hiroshima «che quindi vengono riconfermate».





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