Economia Finanza

Francia, il partito di Macron in difficoltà attacca la sinistra: ci porterebbe fuori dall’Ue


I listini finanziari lo testimoniano chiaramente: le Borse europee si avviano a segnare la peggior settimana da gennaio e la piazza francese il livello più basso da settembre 2002. Continua a destare preoccupazione la situazione politica transalpina in attesa del voto legislativo annunciato per fine mese dal presidente Macron (ovviamente anche peri suoi effetti sull'Unione europea), con i sondaggi che indicano una sostanziale vittoria di Marine Le Pen e del Rassemblement National. Non a caso il listino di Parigi segna in mattinata un calo dello 0,89% e restano in tensione i rendimenti dei titoli di Stato transalpini.

Crello per la popolarità di Macron

Per contro, crolla la popolarità del presidente della Repubblica Macron dopo l'annuncio della dissoluzione dell'Assemblea Nazionale: secondo un sondaggio realizzato dall'istituto Elabe per Les Echos, solo il 24% dei francesi dice di avere fiducia nel capo dello Stato, una percentuale in calo di 5 punti rispetto alla precedente nonché la più bassa dall'inizio del suo secondo mandato all'Eliseo, nel 2022. C'è da dire che il livello più basso di popolarità di Macron risale tuttavia al dicembre 2018, con appena il 23% dei favori, durante la crisi dei gilet gialli, dalla quale si era riuscito a riprendere, vincendo poi le elezioni presidenziali proprio su Marine Le Pen.

La divisione tra i gollisti

Nel frattempo, la situazione politica in Francia, in vista delle elezioni parlamentari è estremamente fluida: nel campo della destra si è consumato un clamoroso strappo tra il partito gollista dei Républicains e il suo presidente, Eric Ciotti. Quest'ultimo, poco dopo aver annunciato un'alleanza elettorale con il Rassemblement National guidato da Giordano Bardella, è stato sfiduciato dai vertici del partito. Una nuova riunione dell'ufficio politico dei Républicains ha convalidato l'espulsione dal partito di Ciotti, qualche ora prima che il tribunale di Parigi esamini la decisione, contro la quale lo stesso Ciotti ha presentato un ricorso.

Il nuovo fronte delle sinistre

Nel campo opposto, c'è da registrare l'ingresso dei socialisti guidati da Raffaello Glucksmann – che alle europee ha rilanciato il Partito con il suo movimento Place Publique arrivando terzo dietro l'estrema destra di Marine Le Pen e Renaissance di Emmanuel Macron – nell'unione della sinistra: «Per me – ha detto il leader socialista – l'unica cosa che conta è che il Rassemblement National (RN) non vinca queste elezioni e non governi questo Paese. L'unico modo di farlo è che ci sia un'unione di sinistra». Gluksmann ha detto di aver ottenuto garanzie dalle forze che fanno parte della coalizione e in particolare da La France Insoumise, i radicali di sinistra di Jean-Luc Mélenchon, «che non sarà il candidato premier della sinistra», dato che – argomenta Gluksmann – la La Francia ha bisogno di una di una figura consensuale e non divisiva. Durissimo il commento sul presidente Macron, che «ha spalancato le porte all'estrema destra e gioca con le istituzioni».

L'attacco di Le Maire: la sinistra ci porterebbe fuori dall'Ue

In tutto questo, la distanza da colmare con la Renaissance di Emmanuel Macron è enorme, se all'indomani dell'accordo raggiunto per un “nuovo Fronte popolare” della sinistra, ea qualche ora dalla presentazione di un programma comune, il ministro dell'Economia , Bruno Le Maire, ha attaccato duramente le proposte del blocco della gauche. «Il programma del nuovo Fronte popolare è un delirio totale – ha detto ai microfoni di France Info – è la sicurezza del declassamento e dell'uscita dall'Unione europea». In particolare, ha aggiunto, la proposta di pensione a 60 anni provocherebbe un «crollo economico garantito», «il ritorno della disoccupazione di massa per tutti i francesi» e «il fallimento dei conti pubblici».



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