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“Colpito l'emiro dell'Isis”. Le rivelazioni sul raid aereo Usa in Somalia




Gli Stati Uniti potrebbe aver inflitto un duro colpo al sedicente Stato islamico. Nelle scorse settimane, le forze di Washington hanno condotto un raid aereo Somalia in cui potrebbe essere stato ucciso Abdulqadir Mumin, l'emiro dell'Iside. La notizia è stata diffusa da Nbcche ha citato tre funzionari della Casa Bianca.

A fine maggio, gli Stati Uniti erano noti di aver condotto un attacco contro i terroristi dello Stato islamico in un'area distante 81 chilometri dalla città di Bosaso, capoluogo dell'omonima provincia del Paese africano, durante il quale sono stati uccisi tre miliziani. Al tempo, nel comunicato dell'Africom non era stato specificato chi fosse il bersaglio del raid o chi fosse morto. Le fonti di Nbc hanno rivelato solo sabato 15 giugno che le forze americane puntavano ad uccidere Mumin che, da leader della cellula locale dell'Isis, nel 2023 era diventato il capo di tutta la rete dello Stato islamico succedendo a Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshiucciso in Siria nel 2022. Un alto funzionario dell'amministrazione Biden, sentito dall'emittente statunitense, ha confermato l'avvenuto raid aereo contro un “obiettivo di alto livello” dell'Isis in Somalia, ma non ne ha specificato l'identità e ha dichiarato che la Casa Bianca è ancora al lavoro per verificare il risultato dell'attacco.

Secondo un ufficiale della Difesa di Washington, nel Paese africano vi sono esclusivamente dai 100 ai 200 terroristi dell'Isis, concentrati nelle regioni settentrionali. Essi, però, riescono ad operare in modo efficiente, eludendo l'Fbi e l'Interpol, finanziandosi una vicenda e condividendo tra di loro strategie e tecniche. In particolare, secondo gli Stati Uniti Mumin sarebbe il responsabile di vari attacchi terroristici in territorio somalo, come l'omicidio di un funzionario giudiziario nel 2019 o l'occupazione di una città nella regione di Puntland nel 2016. Nello stesso anno, è stato designato da Washington come un “terrorista globale”, capace di rappresentare un rischio significativo per la sicurezza nazionale e dei cittadini statunitensi.

Cellule dello Stato islamico sono presenti anche in altre nazioni africane, come la Libia, la Repubblica democratica del Congo e il Mozambico, anche se la maggior parte dei terroristi che sventolano la bandiera nera si trovano in Siria e Iraq.

Secondo la Difesa statunitense, la leadership dell’Isis ha deciso di concentrare i propri sforzi in Africa perché vede il continente come “un luogo dove investire, dove sono più permissivi e in grado di operare meglio e più liberamente, e vogliono espandere la cellula dell'Iside lì. Per questo hanno portato il Califfo in quella regione”. Una mossa, questa, motivata dall'efficienza di Washington nell'eliminare le alte sfere dello Stato islamico in Medio Oriente.



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