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Guerra a Gaza, morti otto soldati israeliani: esploso il loro blindato a Rafah




Le operazioni militari a Rafa continuare ad esigere il loro tributo di sangue tra le fila dell'Idf. Nella mattinata di sabato 15 giugno, otto soldati Gli israeliani sono rimasti uccisi nell'esplosione del loro veicolo corazzato Namer. Si è trattato dell'incidente più grave per l'esercito di Tel Aviv dal gennaio scorso.

Stando a quanto riportato dal Tempi di Israeleper il momento è stato reso pubblico solo il nome di una delle vittime, il capitano 23enne Wassem Mahmud del corpo dei genieri del 601esimo battaglione originario di Beit Jann. Le famiglie degli altri soldati morti sono state informate dell'accaduto e le loro identità saranno diffuse successivamente. Per quanto riguarda le dinamiche di quanto accaduto, esse sono ancora poco chiare.

Secondo una prima indagine delle Idf, gli otto militari si trovavano tutti all'interno del Namer e, attorno alle 5.00 del mattino, stavano viaggiando in un convoglio di ritorno da un'operazione contro Hamas nelle aree nord-occidentali del quartiere di Tel Sultan, durante la quale sarebbero stati uccisi circa una cinquantina di terroristi. I veicoli erano diretti verso alcuni edifici occupati dall'esercito israeliano, dove le truppe si sarebbero dovute riposare dopo i combattimenti. Il Namer era il quinto o sesto mezzo del convoglio e, improvvisamente, è stato coinvolto in una potente esplosione. Non è stato ancora stabilito se la deflagrazione sia stata causata da una bomba piazzata in precedenza lungo la strada o se degli uomini di Hamas si siano avvicinati al veicolo con un ordigno.

L'esercito sta anche valutando la possibilità che gli esplosivi siano conservati all'esterno del Namer abbiamo contribuito alla potenza della deflagrazione. Normalmente, essi non dovrebbero ferirsi ai soldati all'interno del veicolo in caso di detonazione. Il mezzo corazzato, inoltre, non era fermo quando si è verificato l'incidente e non vi è stato uno scontro a fuoco.

Questo avvenimento ha portato il numero di soldati delle Idf uccisi nelle operazioni all'interno e lungo il confine della Striscia a 307. A questi, si devono aggiungere anche l'ispettore capo Arnon Zamora dell'unità antiterrorismo d'élite Yaman della polizia, morto durante il blitz dell'8 giugno che ha portato alla liberazione di quattro ostaggi, e un appaltatore civile del ministero della Difesa.

L'incidente più sanguinoso risale al gennaio scorso, quando 21 militari sono rimasti uccisi a seguito di un'esplosione dovuta al fuoco dei lanciarazzi Rpg da parte di Hamas, che ha provocato il crollo di due edifici.



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