Cinema

Jar Jar Binks è il personaggio con cui le nuove generazioni si connettono a Star Wars secondo Ahmed Best


Quando Ahmed Best è arrivato nei capannoni dove si effettuavano i primi test con gli effetti speciali di Jar Jar Binks per Star Wars: La minaccia fantasma, era un attore di 23 anni alla prima esperienza. Persino il piccolo Jake Lloyd, che interpreta Anakin Skywalker, aveva più esperienza di lui con due film già all'attivo.

Arrivò all'audizione dopo essere stato visto dal casting director Robin Ghirlanda nel cast di Calpestare, uno spettacolo di Broadway. Quella sera, a causa della malattia di un collega, venne spostata in un ruolo minore. Arrabbiato, fece lo spettacolo in un tono maggiore, per emergere e rubare la scena. Funzionò, anche se l'attore la definisce una pessima prova. A colpire il direttore del casting fu la sua capacità di comunicare tramite le percussioni, senza voce e usando gli oggetti di scena. Si meriterà una proposta di provino.

Trovare man mano il personaggio in un capannone

Per Ahmed Best, essere in un film di Guerre stellari era un sogno che portava con sé grandi aspettative. Si ritrovò, invece, nella prima parte della lavorazione, a passare ore in un capannone spoglio, vestito solo con una tuta aderente e con delle ingombranti sfere attaccate. Era una forma ancora primordiale di motion capture (dove però, a differenza della forma attuale, il personaggio era animato totalmente al computer, usando solo la performance di Best come riferimento). Era un salto nel vuoto senza garanzia di un buon risultato per i tecnici. Una tecnologia pressoché incomprensibile per l'attore. Tanto che si sentiva spaesato; non gli sembrava nemmeno di essere sul set di Star Wars fino a che… non è entrato George Lucas a dare indicazioni all'emozionatissimo attore.

La migliore era stata scelta per la sua agilità. Il processo di casting fu a dir poco misterioso. All'epoca il personaggio non era ancora ben definito. Così racconta Best del primo provinoovvero la scena dell'incontro con Qui-Gon Jinn:

A quel tempo Jar Jar era immaginato come una salamandra, rivolto verso il terreno. Questo non è cambiato fino al mio provino con George Lucas. Tutto ciò che Robin (Gurland) sapeva dirmi era che avrei dovuto muovermi strisciando a terra, e di tanto in tanto saltare su per parlare a qualcuno.

È stato il team di ILM, insieme a Lucas, a fornirgli le informazioni sulla versione finale del personaggio solo in fase di registrazione dei movimenti. Le istruzioni erano di sembrare “un rettile, un anfibio, come una rana”. Non erano molto più precisi, ma erano comunque la versione finale di Jar Jar Binks.

È tempo di rivalutare Jar Jar Binks

Nulla come Jar Jar Binks era stato fatto prima. Perciò c'era una certa tensione verso il risultato che avrebbe garantito un personaggio fatto al computer che camminava parlava e interagiva con quelli in carne ed ossa. Best ha avuto però la possibilità di lavorare secondo una modalità diversa dalle altre: ritornando cioè sulla sua performance lungo tutti i due anni di riprese, modificando quanto fatto in fase di preparazione e rifinendo in post-produzione e in fase di doppiaggio quanto ottenuto sul set.

Per questo motivo l'attore è molto protettivo nei confronti del personaggio, odiato per molti anni e oggetto oggi di una rivalutazione da parte di alcuni fan. Lo è sia per la rivoluzione che ha portato alla tecnologia (ha contestato Andy Serkis per averlo dimenticato nel racconto delle tappe fondamentali della motion capture) che per il suo valore narrativo. Ahmed Best è oggi un docente di Stanford e tiene lezioni di futurologia. Pensa che sia naturale il ritrovato affetto verso il personaggio e che ci sia un legame con la sua materia. Sta qui il genio di Lucas e la forza di Star Wars: pensare sempre nel futuro, esistere per il pubblico di domani.

Uno dei motivi per cui penso che Jar Jar risuoni davvero con i giovani è perché George guarda sempre al futuro, tra 20, 30, 50 anni. Cosa succederà e qual è il messaggio che vogliamo osare ai giovani mentre crescono? Uno dei motivi per cui mi definisco un futurista e insegno un corso chiamato 'Inventare il Futuro' a Stanford, dove cerco di approfondire la costruzione di futuri ottimistici, è che ho visto George farlo in tempo reale. Queste storie di Star Wars trasmettono davvero un messaggio forte che trascende il tempo. Vediamo i bambini, che ora sono adulti, continuare a credere in questi film e mostrarli ai propri figli; per molti di loro, l'introduzione a queste storie avviene attraverso Jar Jar, poiché da bambini si connettevano con questo personaggio molto innocente. È fonte di ispirazione che 25 anni dopo la visione di George sia ancora valida.

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Fonte: StarWars.com

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