Torino Pride, la città dei diritti scende in piazza con una sfilata “d’amore e di lotta”
Tutto è pronto per il Pride. Il cielo plumbeo sopra corso Principe Oddone si apre a un raggio di sole. E alle 16 la strada è già affollata di uomini, donne, bambini, e 18 carri colorati. Ci sono le ghirlande arcobaleno, le drag queen con paillettes e lustrini, in tanti indossano la maglietta con lo slogan di quest'anno: “D'amore e di lotta”, che riassume le rivendicazioni di quest'anno sul riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, sui matrimoni Lgbt+, per leggi contro l'omotransfobia. La colorata sfilata che porta in piazza le espressioni e le rivendicazioni della comunità Lgbtqia+ attraversa Torino con un ampio seguito di sostenitori e qualche polemica per l'assenza, per esempio, dei Radicali, che accusano l'organizzazione di sostenere la causa palestinese.
Torino: il Pride riporta i diritti in piazza
«I diritti che non sono per tutti* hanno un altro nome: si chiamano privilegi — è il reclamo di battaglia del coordinatore del Torino Pride Luca Minici — Come abbiamo scritto sul nostro manifesto siamo persone che amano e persone che lottano».
Il sindaco Lo Russo: “Serve una legge per le famiglie omogenitoriali”
In prima fila ad aprire il corteo c'è il sindaco Stefano Lo Russo: “Il Pride è una grande festa dei diritti. Noi siamo qui anche per ricordare che serve una legge sulle coppie omogenitoriali. Questa è una battaglia che si gioca nel campo della politica e non in un'aula di giustizia”. Molti i politici presenti, da Chiara Gribaudo ad Anna Rossomando, da Andrea Giorgis a Gianna Pentenero, da Chiara Foglietta a Jacopo Rosatelli.
Vladimir Luxuria: “Noi marciamo con governi amici e nemici”
Tra le prime persone ad arrivare al corteo c'è Vladimir Luxuria, direttrice del Lovers Film Festival: “Noi marciamo quando ci sono governi amici e anche quando ci sono governi che ci minacciano con politiche di destra. È importante esserci con il Pride cittadini ed europei. Io tifo per il Pride europeo 2027 a Torino. Città che è candidata. Tutti sono benvenuti al Pride. La bandiera israeliana però rappresenta il governo Nethaniau oggi. Non mi rappresentano le bandiere arcobaleno sopra le macerie in Palestina: si devono riconoscere due stati e due nazioni”.
La polemica dei Radicali: “Festa politicizzata, allora presentatevi alle elezioni”
“Quanti di quelli che oggi sfilano al Pride di Torino hanno letto il “manifesto politico” che guida l'iniziativa? Io l'ho letto e certamente non ci sarò. Anno dopo anno questa manifestazione dell'orgoglio e della libertà per ogni tipo di orientamento sessuale, per chiedere pari diritti per tutte le coppie, è sfociata a tutti gli effetti in una sorta di partito politico ideologizzato Il manifesto tratta di tutto, esula dal tema che ha guidato i pride in decenni e si trasforma in un programma di partito . Dico agli organizzatori: uscite da questa ipocrisia e presentativi alle elezioni, sarebbe molto più corretto Nel merito del minestrone di proposte posso affermare di concordare con molte e che in decenni di lotta su quei temi non ho visto molti mobilitarsi”. Così Igor Boni (Radicali): Ma ci sono elementi – aggiunge Boni – che rendono impraticabile questa iniziativa: nel capitolo dedicato al 'Termine di ogni conflitto bellico e impegni concreti per la pace' non si cita apposta Israele, non si cita la liberazione di ostaggi, molti dei quali sono stati uccisi e rapiti mentre festeggiavano in una sorta di Pride, si mette sullo stesso piano Russi e Ucraini, non si dice nulla della differenza abissale, incommensurabile, che esiste tra la democrazia di Israele, Gaza e Cisgiordania nel trattamento delle persone Lgbtqia+, senza nulla togliere alle responsabilità gravissime del Governo di destra israeliano. Non si dice nulla sulla differenza altrettanto abissale che esiste su questi temi tra il regime di Mosca e la democrazia ucraina attaccata da Putin. Se parliamo di tutto, non avete nulla da dire sull'occupazione abusiva dell'università da parte di estremisti propal o delle parole dell'Imam Brahim Baya nelle aule occupate? Nulla da dire sul rigurgito antisemita nel mondo e sul mancato sostegno alla lotta delle donne iraniane che si battono contro il regime teocratico che sostiene gli assassini di Hamas? Dato che il dialogo è sale e lievito della democrazia invito a un confronto pubblico su quel manifesto il coordinatore del Torino Pride Luca Minici”.
L'estrema destra attacca adesivi contro il Pride lungo il percorso
“L'unico orgoglio è quello nazionale”: lungo tutto il percorso del Pride sono stati attaccati nella notte diversi adesivi firmati dal gruppo identitario di estrema destra La Barriera che riportano l'immagine della bandiera italiana mentre una “X” copra quella arcobaleno.
L'arcobaleno degli ambientalisti di Extinction Rebellion
Armati di secchi di vernice gli attivisti di Extinction Rebellion si sono presentati nel giorno del Pride davanti alla sede della Regione Piemonte e si sono trasformati in una bandiera arcobaleno le strisce pedonali sul piazzale davanti alla grattacielo con cartelli in cui spiegano la loro azione: “Calpestano diritti, mentre il mondo brucia”.