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Extra Arms – Radar


Dieci canzoni di rock melodico e orecchiabile che arrivano dritte al punto. È essenzialmente questo “Radar”, il quarto album prodotto dagli statunitensi Armi aggiuntive. La band di Detroit rende omaggio alla grande e mai troppo celebrata tradizione del power pop con un disco poco “appariscente” ma delizioso, pieno zeppo di canzoni che si stampano in testa sin dal primissimo ascolto.

Credito: Bandcamp

Chitarre tirate a lucido e ritmi da festa senza fine percorrono in un lungo e in largo il disco realizzato dal quartetto americano, autore di una prova fresca e scoppiettante che non potrà non lasciare un sorriso di soddisfazione sulle labbra degli estimatori di questo particolare tipo di sonorità . Gli Armi aggiuntive guardano al lato più solare e leggero del power pop, senza però mai scadere nel banale.

Non c'è assolutamente nulla di rivoluzionario o quantomeno “nuovo” in questo piccolo ma apprezzabile “Radar” – un lavoro fieramente vecchio stile che avrebbe potuto benissimo uscire tre decenni fa, negli anni in cui alcuni fra i beniamini di RyanAllen e compagni (Super pezzo e Fanclub degli adolescenti) producevano le loro migliori opere. Nessun desiderio di strafare o strabiliare con numeri di magia, quindi: gli Armi aggiuntive vogliono solo farci fare un breve viaggio nel cuore del power pop.

Un'esperienza intensa che ricopre praticamente tutti i diversi aspetti ed epoche del genere di riferimento, considerando il fatto che il gruppo cita tra le sue influenze veri e propri “giganti” del settore quali Elvis Costello, Le auto, Sostituzioni, Buzzcocks e Guidati dalle voci.

In realtà, nonostante i tanti riferimenti dichiarati dalla band, quelli che si avvertono in maniera davvero palese sono solo i richiami ai sottovalutati Fontane di Wayne e alle sonorità '60s tanto amate dall'indimenticato Adam Schlesinger. Tanto basta per renderci ancor più simpatici i bravi Armi aggiuntive.



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