Events

Fondazione Magna Grecia, le mafie puntano su metaverso e dark web Agenzia di stampa Italpress – Italpress


ROMA (ITALPRESS) – Utilizzano droni e sommergibili radiocomandati per trafficare in droga e armi, assoldano i migliori hacker del mondo, funzionano con disinvoltura sul web – dove hanno oramai spostato molte delle loro attività – creare banche online per riciclare denaro, cominciano a usare l 'intelligenza artificiale. Sono le nuove mafie, sempre più capaci di cavalcare l'onda dell'innovazione tecnologica e informatica per ampliare il loro raggio d'azione e aumentare i profitti. Grazie alla loro grande capacità di adattamento sono diventate ormai organizzazioni ibride, capaci cioè di operare tanto nella realtà analogica quanto in quella digitale. Al tradizionale pizzo si affiancano le estorsioni online, puntano sul metaverso e sul dark web. Se prima andavano alla ricerca di avvocati, commercialisti, broker, notai, agenti immobiliari, oggi, cercano ovunque ingegneri informatici, hacker e drug designer. La mafia corre in rete insomma, e corre veloce, mentre imprese e istituzioni si arrancano affannosamente in un'eterna carenza e inadeguatezza di risorse e di personale specializzato. È il quadro che emerge dal Rapporto “Cyber ​​criminalità organizzata. Le mafie nel Cyberspazio” presentato dalla Fondazione Magna Grecia, che quest'anno celebra i 40 anni dalla sua nascita, al Palazzo di Vetro dell'Onu, lo scorso aprile, e oggi alla Camera. Lo studio, curato da Antonio Nicaso e Walter Rauti, segue quello dedicato lo scorso anno alla relazione tra mafie e social media e offre una panoramica dell'evoluzione nel contesto cyber delle mafie, proponendo un innovativo indice per valutare la debolezza di imprese e istituzioni agli attacchi informatici.
“Dopo l'esperienza dello scorso anno, abbiamo sentito l'esigenza di predisporre un secondo rapporto che esaminasse l'ibridazione delle mafie nel mondo digitale, rivelando come si siano evolute negli ultimi anni per sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia”, ha spiegato Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia.
Dallo studio emerge, infatti, che le mafie lavorano digitalmente in modo strutturato, strategico e coordinato, tanto che esistono delle correlazioni tra riciclaggio di denaro, criminalità informatica, cripto-asset e corruzione. Del resto il dark web rappresenta un luogo ideale per le mafie: è discreto, relativamente sicuro e permette di mantenere l'anonimato grazie alle tecnologie disponibili di pseudonimia e crittografia. Sull'internet sommerso ci sono grandi piazze virtuali dove è possibile comprare e vendere di tutto. Allo stesso tempo, si può riciclare denaro o si possono commettere frodi finanziarie ed estorsioni online, sapendo di poter eludere le frontiere tradizionali e sfuggire alle indagini.
L'obiettivo primario di autorità e investigatori di tutto il mondo deve essere quello di essere al passo con i tempi: sottovalutare le potenzialità delle nuove mafie è un rischio che nessun Paese può permettersi, tantomeno l'Italia. Per questo motivo, “grazie a un accurato lavoro di analisi – ha spiegato ancora il presidente Foti – abbiamo sviluppato un indice che permette di determinare in modo sintetico l'effettivo livello di rischio di istituzioni e imprese in caso di attacchi informatici. Disporre di una misura sintetica come questa è fondamentale per orientare le decisioni della politica, poiché fornisce un quadro chiaro e comprensibile della portata e dell'evoluzione delle minacce cibernetiche, consentendo ai policy maker di valutare l'impatto socioeconomico della criminalità informatica in un dato territorio e di prendere le decisioni conseguenti con un approccio più razionale e più efficace”.
“Le organizzazioni criminali stanno ormai il 'vecchio' pizzo come qualcosa di superato”, ha detto il Procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, che ha raccontato di aver scoperto a Napoli che la camorra aveva creato una banca online che riciclava miliardi di dollari, con seimila clienti in Lombardia e nel Lazio e con sedi anche in Lituania e Lettonia. Il riciclaggio ammontava a più di tre miliardi e mezzo di euro, di cui solo due sono stati sequestrati. “La cosa che ci ha sorpreso è che nelle banche sequestrate abbiamo scoperto tecnologie che la nostra Polizia giudiziaria nemmeno si sogna. Purtroppo nelle azioni di contrasto alle mafie, l'Italia è rimasta indietro rispetto a Paesi come Germania, Olanda e Belgio che ora devono aiutarci. Nelle forze dell'ordine mancano del tutto giovani ingegneri in grado di dare quella spinta di cui il nostro sistema ha bisogno. Stiamo perdendo troppo tempo e tanto campo”, ha concluso Gratteri.
Per la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, il rapporto di Fondazione Magna Grecia “ha un doppio grande merito: da un lato, offre una ricognizione e un'analisi accurata dei fenomeni criminali, dall'altro, propone una serie di suggerimenti e indicazioni utili a prevenire e reprimere il cybercrime”.
Quanto alle misure di contrasto, “alcuni importanti passi avanti sono stati fatti recentemente. Nell'aprile 2023, il Parlamento ha approvato norme di controllo sui trasferimenti delle criptovalute per prevenire l'uso nel riciclaggio di denaro, nel finanziamento del terrorismo e in altri reati. Il disegno di legge sulla cybersecurity, poi, può costituire uno strumento efficace di lotta al cybercrime in Italia. Una priorità, soprattutto considerando l'aumento degli attacchi informatici in settori cruciali come le PMI, il sistema sanitario e finanziario, la Pubblica amministrazione”.

– foto xi2/Italpress –

(ITALPRESS).

Vuoi pubblicare i contenuti di Italpress.com sul tuo sito web o vuoi promuovere la tua attività sul nostro sito e su quelli delle testate dei nostri partner? Contattaci all'indirizzo [email protected]





Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *