Ricette

Saporeeto, start up dei piatti pronti punta a 1 milione di porzioni al mese


L'idea imprenditoriale era quella di semplificare le procedure di cucina. Poi la svolta è arrivata con una innovazione di prodotto e di processo: brevettata a livello europeo, le consente di preparare condimenti con un procedimento che preserva le caratteristiche organolettiche degli ingredienti al pari di un prodotto appena cucinato.

È così, con una piccola rivoluzione, che Saporeeto è entrata nel mondo del pronto a mangiare con l'ambizione di arrivare, entro il 2027, a produrre un milione di parti al mese (oggi è a quota 40mila) conquistando il mercato domestico e quello europeo. Per la giovane azienda veneta di Bovoleto, in provincia di Verona, il trampolino di lancio è ora il nuovo stabilimento produttivo di tremila metri quadrati.

«Già oggi disponiamo di una capacità di 250 mila porzioni al mese, da mettere a regime entro la fine del prossimo anno – dice Tommaso Pelladoni, direttore generale di Saporeeto –. Abbiamo un piano di crescita a tempo debito per un investimento complessivo che sfiora i 6 milioni, attraverso la ricerca di investitori. Amplieremo l'impianto e introdurremo nuovi macchinari. Il traguardo è un fatturato di 14 milioni di euro sempre entro il 2027».

Pelladoni è cofondatore dell'azienda, nata nell'agosto del 2022, insieme a Francesco Dipierro e Carlo Alberto Maggiolo, cui fa capo l'incubatore Axxelera di Vicenza. Proprio qui ha mosso i primi passi Saporeeto, che ha già fatto il proprio ingresso in alcune insegne della grande distribuzione organizzata del Nord Est, tra Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, proponendo primi piatti con due linee di prodotto – Gourmet e Plant Based – che si collocano su una fascia di prezzo accessibile, paragonabile al costo di un piatto di pasta fatta in casa.

Un posizionamento che i tre fondatori dovranno avere una delle carte vincenti per presidiare le principali catene nazionali della grande distribuzione organizzata. Ma soprattutto per aprirsi nuovi varchi prima in Francia e in Nord Europa, poi nel Regno Unito. «Adesso siamo presenti in alcune insegne della Repubblica Ceca e della Germania – spiega Pelladoni –. Il nostro obiettivo è quello di rafforzarci e poi estenderci in altri Paesi, sia con il nostro marchio sia con la marca del distributore. Anche perché all'estero il mercato dei piatti pronti è molto più consolidato rispetto all'Italia. Un piano di sviluppo che richiede investimento in risorse umane e partecipazione a fiere di settore».



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