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Aluminum – Fully Beat


Interessantissima band a stelle e strisce provenienti da San Francisco, gli Alluminio propongono un jangle-pop decisamente accattivante condito da una spruzzatina di shoegaze che non guasta mai e che trasuda magnificenza sonora da ogni sua nota.

Credito: Bandcamp

“Fully Beat” è il titolo dell'esordio discografico della formazione americana, arrivato dopo una squintalata di singoli ed EP pubblicati a partire dal 2020. Musicalmente i Nostri si muovono con discreta sicurezza (e devozione) in territori un po' più blasonati che si affacciano dalle parti di nomi quali Orbitale, Tergicristalli, Le valanghe, Sly e la Pietra della Famiglia (solo per citare alcune delle loro influenze). Insomma, quello degli Alluminio è un debutto che possiede le stimmate di un disco con i controfiocchi.

Ascoltando brani come “Behind My Mouth” o la stessa “Pulp”, infatti, risulta pressoché impossibile non restare incantati dalle loro armonie portentose e dall'energia atomica delle chitarre che tratteggiano dei lampi di luce nell'aria. “Beat”, invece, è un mid-tempo che si muove attraverso delle coordinate Novantianema con un tocco dannatamente moderno che la rende – indubitabile – una delle tracce più sfavillanti del lotto.

E cosa dire di “Everything” se non che si tratta di una cascata di suoni eseguiti come Dio comanda, nonché di uno dei veri e propri highlights dell'album in questione? Sanno il fatto loro gli Alluminio, altroché. E “Fully Beat” ne rappresenta appieno l'urgenza creativa. In “Call An Angel”, per esempio, è la batteria a dettare il ritmo, trasportando l'ascoltatore all'interno di una marcetta maledettamente incisiva. “Upside Down” va a concludere in maniera più che brillante – ed a tutto gas – un lavoro che colpisce oltremodo per la cura (quasi maniacale) dei dettagli e per un tipo di suono che risulterà familiare a tutti coloro che amano perdersi nelle traiettorie geniali del caro vecchio jangle-pop.

Gli Alluminio, in pratica, hanno sfornato una delle opere più convincenti di questo primo semestre dell'anno. A questo punto siamo piuttosto curiosi di sapere cosa ci racconterà il futuro a proposito della band californiana. Per ora, e senza remora alcuna, per noi è tutto oro quel che luccica. Non resta altro che salire sull'otto volante di Marc Leyda e soci e godersi lo spettacolo.

Del resto, con quelle chitarre è più che garantito…



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