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Così diversi, così simili: Depay vs Thuram: sfida tra punte atipiche


Infanzia difficile per Memphis, la guida di papà Lilian per Marcus. Ma possono acquisire Olanda-Francia con la capacità di muoversi in diverse posizioni d'attacco

Dal nostro inviato Sebastiano Vernazza

21 giugno – 15:45 – LIPSIA (GERMANIA)

Il centravanti un filo stagionato, ma a 30 anni nel calcio di oggi si è ancora giovane, contro un attaccante che all'Inter ha raggiunto la maturità. Olanda-Francia di stasera a Lipsia contiene un interessante duello a distanza tra Memphis Depay e Marcus Thuram. Punte diverse, accomunate dal fatto di essere passati per più ruoli e funzioni.

Olandese insofferente

Depay è stato segnato da un'infanzia difficile, è cresciuto senza padre e ha avuto il nonno materno come figura di riferimento. Madre olandese e papà ghanese. Ferite dell'anima che si è tatuato sul corpo e che lo hanno reso irrequieto fino al punto di usare le mani. Quella volta che al Manchester United litigò (eufemismo) con il compagno e connazionale Robin van Persie. Quell'altra che a Lione tentò di picchiare un tifoso perché aveva esposto uno striscione intollerabile. Depay ha avuto molte chance in giro per l'Europa. È diventato qualcuno nel Psv, che in Olanda è una squadra particolare, il club della Philips la multinazionale dell'elettricità, una squadra compressa tra Ajax e Feyenoord. Poi ha giocato con Manchester United, Lione, Barcellona e Atletico Madrid. È stato amato e odiato. Ha diviso gli allenatori. Ronald Koeman ne ha capito gli istinti, lo ha calmato, gli ha insegnato a stare in campo. Era un'ala sinistra che godeva nel dribblare, lo hanno riconvertito in attaccante e lui, per quanto riluttante, ha ripagato la fiducia con i gol: 159 in assoluto nei club, 45 con la maglia dell'Olanda. Ha il contratto in scadenza con l'Atletico e anche la Fiorentina si è messa in coda. Nell'eventualità, potrebbe succedere di tutto, se scattasse il sentimento tra Depay ei fiorentini.

Il figlio d'arte

Marcus Thuram ha avuto un'infanzia regolare, figlio di Lilian, ex di Juve e Parma. Per differenziarsi ha usato il ruolo: il papà è stato un grande difensore, Marcus si è imposto come attaccante. Dopo le partite, sono frequenti i “teatrini” tra loro, con Lilian che spiega al figlio quali errori ha commesso. Thuram junior fa cose opposte a quelle che faceva Thuram senior. Nato a Parma nel 1997 perché Lilian giocava nel club di Tanzi prima dell'implosione della Parmalat, Marcus è cresciuto in Francia nelle giovanili del Sochaux, poi è passato al Guingamp e da lì in Germania, al Borussia Moenchengladbach, una società di Bundesliga che sa venire lontano crescere i giovani. Thuram, un po' come lo stesso Depay, non ha ancora definito con chiarezza la faccenda del ruolo (prima o seconda punta?) e forse non è neppure necessario che lo faccia. Il calcio va verso l'estinzione dei ruoli, oggi conta più le posizioni. In questo senso, la prima partita di Thuram all'Europeo, Austria-Francia, è stata significativa. Marcus si scambiava di continuo il posto con Mbappé tra centro-area e fascia sinistra. Quando la Francia doveva difendersi, Thuram faceva l'esterno sinistro puro, scappava all'indietro, fin quasi alla propria area. Quando la Francia risaliva, Thuram correva in avanti e incrociava le posizioni con Mbappé. Un lavoro massacrante, che non tutti hanno colto. In Francia e non solo hanno preferito attaccarlo per le due occasioni sciupate, errori figli dell'annebbiamento da fatica. Thuram non è un cannoniere implacabile, tende a segnare i gol belli e ha qualche problema con quelli facili, e lo si è notato nella sua prima stagione all'Inter, chiuso in gloria con lo scudetto. Gol o non gol, contro l'Austria si è visto un Thuram multifunzionale che potrebbe fare molto comodo a Simone Inzaghi. Stasera si attendono conferme contro Depay, l'olandese “maledetto”.





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