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Instabile coi club, campione con la Svizzera: il mistero dell’anarchico Shaqiri


Il fantasista di origini albanesi quando gioca Mondiali ed Europei si esalta: ha libertà e la sfrutta, segna gol clamorosi e fa scalpore. Riserva al Bayern e al Liverpool, pochi sprazzi all'Inter dove non capiva Mancini…

Se la sua vita fosse un film sarebbe un misto tra un thriller e una commedia. Con un po' di storia in mezzo. Bravate e dichiarazioni inopportune, alternate a guizzi, lampi di genio e colpi da campione. Come quello di mercoledì contro la Scozia. Ma ci torneremo. Nella carriera di Xherdan Shaqiri il filo rosso è sempre stato lo stesso. Decide lui, spesso d'istinto e all'improvviso, e nessuno deve dirgli come o cosa fare. Anarchico del pallone. Ha cambiato tante squadre, ha discusso, diviso, litigato e si è fatto apprezzare, tutto con uno stesso minimo comune denominatore: la Nazionale. Lì, con la sua Svizzera, è sempre stato costante. Isola felice in cui poter recitare la parte del leader e del capogruppo.



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