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Volley, l’Italia di Velasco ed Egonu trionfa in Nations League: 3-1 al Giappone, ora è numero 1 del mondo


Dimenticare in fretta la nazionale tremebonda della scorsa estate, schiaffeggiata dall'Olanda nella finale del bronzo agli Europei dopo aver perso con la Turchia, eliminata dal preolimpico dalla Polonia. Squassata dalle divisioni e priva di Paola Egonu nel torneo che assegnava la qualificazione diretta a Parigi. La nuova Italia fa paura, a muro, al servizio, in attacco, è un gruppo d'acciaio che sta prendendo forma, ha recuperato in pieno Egonu e in pochi giorni afferra pure il secondo trofeo: prima quello virtuale della qualificazione olimpica attraverso il ranking , poi la Nations League che tutti vogliono vincere e nessuno perdere perché assegna un milione di dollari in premi. Per il suo tecnico e ispiratore Giulio Velasco è la prima vittoria con una nazionale italiana 28 anni dopo l'addio alla Generazione dei fenomeni nel 1996.

Julio Velasco con le azzurre durante l'inno suonato per la premiazione (foto volleyworld)

Danesi: “Spero sia solo l'inizio”

Nell'arena sold out di Bangkok la finale col Giappone è stata combattuta, ma alla maniera di questo nuovo gruppo: senza perdere mai il controllo, nemmeno quando il Giappone ha prevalso col suo servizio e la sua difesa nel terzo set. Risultato: 3-1 (25-17, 25-17, 21-25, 25-20) dopo le vittorie per 3-0 nei quarti con gli Usa e nelle semifinali con la Polonia. Effetto del risultato: l'Italia è tornata al primo posto del ranking mondiale, numero 1 del volley femminile dopo essere precipitata nei bassifondi della Top 10. “Spero sia solo l'inizio” si augura Anna Danesinuovo capitano azzurro.

Il superteam di Julio Velasco

Chiaro che la donna in copertina è sempre lei, Paola Egonu, confermata titolare da Velasco e pronta ad accumulare quantità impressionanti di punti su diagonali, parallele, muri e premi: Mvp e il miglior opposto del torneo. Libera allo stesso tempo di non vedere il gioco gravitare sempre su di lei – Velasco vuole colpire anche al centro – e alleggerita dal braccio di ferro con Kate Antropova che può coltivare i suoi ventuno anni con ingressi spesso letali: nel quarto set ha dato consistenza al vantaggio italiano. Quel che serviva a una squadra che sta assimilando gli insegnamenti di Velasco, spesso tranchant quando è necessario: “Ogni volta ci ammazzano con la diagonale, non chiudiamo il muro per forza” ha scandito severo il tecnico durante un time-out. Ma è limitante parlare solo del suo carisma e del suo lavoro, perché accanto a lui lavorano Massimo Barbolinitenico di esperienza immensa, e Lorenzo Bernardi, oggi allenatore ma un tempo miglior giocatore del mondo. È una squadra antica, quella che guidano, ricomposta sul gruppo smantellato nel 2022, sono tornato Monica De Gennaro e Caterina Bosetti accanto ad Alessia Orro e Myriam Sylla, premiate come palleggiatrice e schiacciatrice del sestetto ideale del torneo. Dopo gli infortuni è un piacere rivedere un muro Sarah Fahr, anche lei centrale del dream team di Bangkok. Ma allo stesso tempo le nuove infiltrazioni aumentano, nella finale col Giappone è partita titolare ed è stato spesso devastante Alice Degradi, schiacciatrice di Vallefoglia che a 28 anni sta trovando la sua consacrazione azzurra: nel primo set è stata la top scorer con 7 punti, alla fine ne ha fatti 14. Un tassello in più nel mosaico di Julio Velasco. Preparato con cura in vista delle Olimpiadi di Parigi.



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