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“Non potremo difendervi”: l'avvertimento Usa a Israele in caso di guerra con Hezbollah




Nel caso in cui dovesse scoppiare una guerra totale tra Israele ed Hezbollah, gli Stati Uniti potrebbero non essere in grado di aiutare Tel Aviv a difendersi dalla reazione del gruppo libanese come invece era accaduto lo scorso aprile durante l'attacco con i droni dell'Iran. L'avvertimento è arrivato direttamente da Carlo Marroneil capo degli stati maggiori riuniti Usa, che ha spiegato come gli Usa continuando a consigliare al governo israeliano di evitare di aprire un fronte contro il sud del Libano. I motivi sono molteplici. Oltre, infatti, a dover fare i conti con due focolai contemporanei – la Striscia di Gaza e, appunto, il Libano – c'è il rischio che un'eventuale offensiva delle Forze di difesa israeliane (Idf) contro Hezbollah possa scatenare un conflitto su più vasta scala, coinvolgente Teheran nella contea e mettere a rischio le forze americane dislocate nella regione.

Il messaggio degli Usa a Israele

I l messaggio, piuttosto esplicito, che gli Usa hanno lanciato a Israele è chiaro: aprire un fronte militare in Libano potrebbe essere pericolosissimo. Secondo quanto dichiarato da Brown, come detto, un attacco israeliano in forze contro le milizie sciite di Hezbollah rischierebbe di innescare rappresaglie dell'Iran contro le forze israeliane e statunitensi nella regione. Secondo lo stesso generale, l'Iran”Sarebbe più propenso a sostenere Hezbollah” se Israele intraprendesse un conflitto aperto con il partito militante libanese, “specie se (Teheran) ritiene che su Hezbollah incombe una minaccia significativa“.

Le dichiarazioni confermano gli sforzi in atto da parte della Casa Bianca tesi a dissuadere Israele dall'estendere al Libano il conflitto in corso da mesi a Gaza. Proprio ieri il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la fase attiva dell'offensiva israeliana a Gaza sta per concludersi, ma ha avvertito anche che una guerra contro Hezbollah in Libano potrebbe essere all'orizzonte.

Nelle ultime ore, tuttavia, a conferma della crescente tensione, è emersa la notizia secondo cui Hezbollah starebbe immagazzinando enormi quantità di armi, missili ed esplosivi iraniani nel principale aeroporto civile di Beirut, in Libano. Fonti anonime che lavorano nello scalo internazionale Rafic Hariri hanno rivelato al quotidiano britannico Il telegrafo che il materiale bellico verrebbe spedito dall'Iran a bordo di aerei. I velivoli verrebbero poi scaricati attraverso doganieri corrotti, che rifornirebbero il gruppo di combattenti libanesi.

Cosa succede tra Israele e Libano

Analisti del dipartimento della Difesa Usa temono che i sistemi Cupola di ferro, fulcro della difesa aerea israeliana contro gli attacchi di razzi e missili, possono essere saturati e neutralizzati nell'eventualità di un conflitto aperto tra lo Stato ebraico e le milizie sciite libanesi di Hezbollah. Lo ha riferito la scorsa settimana l'emittente televisiva statunitense Cnnche cita”tre funzionari statunitensi“Anonimi.

I l Pentagonoche avrebbe già condiviso i propri timori con le autorità israeliane, teme che l'Iron Dome, e più in generale l'apparato di difesa aerea nel nord idi Israele, sia vulnerabile al vasto e variegato arsenale di razzi, missili e droni a disposizione di Hezbollah. La prospettiva di un conflitto su larga scala tra Israele e il Libano appare sempre più concreta, e Gerusalemme avrebbe già comunicato a Washington l'avvio di preparativi per una campagna militare aerea e terrestre oltre il confine con il Libano.

Se tale scenario dovesse realizzarsi,”stimiamo che almeno alcune” delle batterie antiaeree Iron Dome “verrebbero sopraffatte“, ha dichiarato alla Cnn un alto funzionario anonimo dell'amministrazione presidenziale Usa.

Hezbollah avrebbe accumulato armi di precisione proprio al fine di sovrastare l'avanzato apparato di difesa aerea israeliano, e già all'inizio di giugno Hezbollah ha diffuso video che sembrano mostrare un attacco di successo contro una batteria Iron Dome presso una base militare nel nord- est di Israele. Si tratta del primo caso documentato di un attacco di successo contro l'avanzato sistema di difesa aerea, anche se le Forze di difesa israeliane hanno rifiutato di confermarne il danneggiamento.



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