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Nico Vascellari: «A 7 anni chiesi a mio padre di comprarmi un quadro di Ligabue»


Sono sparsi nei ventidue ettari di giardino, sotto gli alberi. Alcune nascoste, altre ben in vista. Tutte circondano l'edificio centrale, ma la loro presenza si percepisce. Ecco qua. Figlioo 23 le opere d'arte a cui ci si può avvicinare. Questa è l'atmosfera intrisa d'arte che si respira nel Parco Internazionale di Scultura situato a Mestre, tutt'attorno a Villa Fürstenberg, sede centrale di Banca Ifis. Le opere, nello specifico sculture dal carattere installativo, sono realizzate da dodici maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert, Giuseppe Penone e nove sono di Nico Vascellari.



Grandi nomi per un progetto in continua espansione, che nel tempo vedrà nuovi lavori aggiungersi a quelli già esistenti. Gli ultimi in ordine di tempo sono le nove sculture dell'artista Nico Vascellari (Vittorio Veneto, 1976) intitolata Potenza del cavallo.

«L'opera», racconta l'artista è nata come video di prodotto per la Biennale di Lione 2019 in collaborazione con il team curatoriale del Palais de Tokyo di Parigi». L'artista, con un passato da musicista e da videomaker, aggiunge: «Il lavoro racconta un esperimento di tre giorni e tre notti in cui nove stuntmen guidano altrettante automobili di case motoristiche diverse, il cui cofano anteriore è stato rimosso e sostituito con delle sculture in cera in scala 1:1 che riproducono figure di 9 animali a grandezza naturale in resina epossidica. Un materiale usato proprio per lavorare sui prototipi delle auto in fase di sviluppo. Ogni pilota risponde a un manuale di guida diverso, creato analizzando i comportamenti dell'animale simbolo della macchina. Gli animali scelti sono attualmente, o sono stati in passato, i simboli scelti come logo da alcune tra le maggiori case automobilistiche internazionali tra cui Porsche, Lamborghini, Ferrari e Alfa Romeo. Attraverso l'analisi dell'utilizzo di immagini di animali nell'industria automobilistica, Horse Power intende suggerire un'indagine del rapporto tra uomo, animale e macchina, il cui legame è spesso paradossale e contradditorio: se è inevitabile leggere al suo interno un contrasto tra natura e tecnologia, dall'altro le figure animali e la loro simbologia sono centrali nello sviluppo estetico e identificatore dell'industria automobilistica, nel design dei loghi così come nella scelta dei nomi delle varie parti meccaniche».



Contro Nico Vascellari abbiamo passeggiato per il parco di Villa Fürstenberg e in mezzo alla trasposizione in alluminio – altre materiali moto presenti nelle componenti dell'automotive – delle sue ultime opere. Guardando verso di esse ci dice: «Devo dire che non potevo immaginare un'ambientazione migliore per queste sculture che ora vivono e vengono osservate in un luogo dove c'è una cura così scientifica rispetto alla natura e questo ancora più valore al fatto che i terrari che sorreggono le sculture sono piantumati. Con il tempo le sculture stesse diventeranno parte stessa della natura del parco. Micromondi. Che poi sono quelli da cui viene il mondo animale che rappresenta».

Facciamo un passo indietro: come nasce il suo rapporto con l'arte?

«Andando a ritroso nella memoria c'è stata una mostra di Ligabue a sette anni che mi ha sconvolto, e sono uscito implorando mio padre di comprarmi un suo quadro. C'è stato poi un momento durante l'adolescenza», continua Vascellari «in cui giravo soprattutto in Europa con il gruppo musicale con il quale cantavo e mentre gli altri del gruppo preferivano andare allo skate al parco oppure passare ore nei negozi di dischi, che erano le cose che ho sempre fatto anch'io, preferivo andare a vedere un museo o una galleria. In quegli anni avevo dei taccuini in cui annotavo i nomi degli artisti che mi interessavano e sono dei reperti veramente ingenui e che rivisti adesso mi commuovono. È lì che il suonare e l'andare a vedere i musei hanno cominciato a mescolarsi per cui mi gustavo l'arte ma non sentivo quell'impeto, quella fisicità, quell'imprevedibilità che avvertivo nei concerti».

La scelta definitiva di iniziare a esprimersi con l'arte come l'ha maturata?

«Studiavo cinema al Dams e dopo un esame da 30 sono tornato a casa e invece che festeggiare ho detto ai miei genitori che lacciavo tutto. Ho chiesto loro tre mesi di fiducia per preparare un portfolio e mi sono trasferito a Rotterdam e lì ho realizzato la mia prima mostra personale, nata per un incidente».

Quale?

«Il giorno in cui sono arrivato in Olanda era ormai sera tarda e per non spendere i soldi nei primi temi contavo di dormire nello spazio che avevo affittato come laboratorio. Il proprietario mi aveva spiegato che se arrivavo di notte l'ascensore per salire al mio piano era spento e avrei dovuto usare il montacarichi. Quello che non sapevo era che si trovava in una stanza che era lo studio di un altro artista. Non trovando l'interruttore perché era uno spazio molto grande ho attraversato il salone a tendoni con il carrello con sopra attrezzi e bagagli. Il giorno dopo questo artista incavolato nero prima ancora di salutarmi mi dice che qualcuno nella notte era entrato e gli aveva spaccato tutti i lavori che erano tele nere posizionate a per terra non intelaiate. Ero stato io che pensavo di passare sul pavimento. “Tu puoi pagare? I miei dadi. Io gli rispondo “No, non ho una lira e non sono assicurato. Se ti va, prepara lo studio. Appena è pronto, sali da me e spacchi anche i tuoi lavori e andiamo a pari. Qualche settimana dopo l'ho chiamato e lui è rimasto affascinato da quanto avevo realizzato. E mi ha detto: “Le mie opere le stavo preparando per fare una mostra personale, che non posso più fare, la fai tu. È stata la mia prima mostra e da lì in poi non mi sono più fermato perché creare arte era quello per cui ero nato».



Veniamo allora al gesto artistico, sul è la filosofia alla base delle sue creazioni?

«La mia ricerca si articola e prende forma attraverso diverse pratiche, tra cui performance, scultura, installazione, disegno, video e suono. Attraverso uno sguardo dal carattere antropologico, analizza tematiche legate alla natura e al suo rapporto con l'uomo, fenomeni ancestrali e rituali, folklore e tradizioni, contaminandole con una dimensione underground».

Tra i grandi a chi si sente più affine e chi l'ha ispirata maggiormente?

«Nel mio modo di fare arte di ispiro a Marina Abramović, Vito Acconci, Gina Pane, Joseph Beuys, solo per citare i più iconici. Di loro amo il modo in cui tendevano a misurare, nel senso di “dosare”, il tempo come somma di quei momenti specifici, per giungere al culmine ideale di intendere-messa a punto, ovvero la spontaneità perfetta. Le tracce, dunque, sono consequenziali, spesso incoerenti, molto volentieri lasciate alla sola testimonianza del pubblico occasionale, elevato a baluardo di memoria artistica e riconosciuto, in quanto raccontocome co-partecipe dell'opera».

Come vede lo stato dell'arte performativa oggi?

«Gli ultimi vent'anni di storia artistica registrano una tendenza opposta nel campo della Performance Art, manifestando l'importanza delle tracce fisiche come detonatori per la resa artistica, creando un vero e proprio campo minato ricco di tensione e suspence, almeno fino all' inevitabile contatto, in genere rappresentato dal vernissage. Da qui l'attitudine degli artisti a disseminare traccepiù o meno identici, in un tempo non più ricercato e determinato piuttosto a servizio di una mise en scène, eludendo una precisa intenzione: scopo della ricerca non è più l'atto, bensì quei momenti specifici sopracitati che nel recente passato gli artisti andavano a “levare” per ambire alla purezza del gesto».



Il progetto del Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg, a Mestre è stato voluto dal presidente della Banca, Ernesto Fürstenberg Fassio, e curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, che ha trasformato i 22 ettari del giardino di Villa Fürstenberg in un'esposizione a cielo aperto di sculture monumentali con opere dei maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: «L'arte è un bene comune da preservare. Un ponte per avvicinare le persone, in particolar modo i giovani. L'attività artistica è infatti in grado di arricchire la dimensione personale, il pensiero e l'introspezione di ognuno di noi e il sostegno a tale disciplina diventa ancora più forte quando pubblico e privato giocano sinergicamente per creare una circolarità legata all'economia della bellezza , in grado di coniugare attenzione e impatto positivo sul territorio. Il nostro Parco Internazionale di Scultura soddisfa tutto questo e la risposta positiva del pubblico che abbiamo avuto sin dalla sua apertura lo conferma. Questa serie di opere di Nico Vascellari, grazie al connubio tra forza umana, animale e meccanica, riesce a nutrire la nostra curiosità e creatività, insegnandoci ad avere cura del bene collettivo e, quindi, della nostra società» ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio.

Tra gli altri progetti di Ifis art, c'è anche l'operazione di recupero e restauro dell'opera di Banksy, The Migrant Child, una delle sole due opere dello street artist riconosciute in Italia e custode di un profondo valore sociale e simbolico. Ma non solo. L'obiettivo di Banca Ifis è quello di democratizzare l'arte, per renderla più accessibile anche a chi non ha dimestichezza con la materia. Per farlo, Ifis art punta sulla forza dei nuovi canali digitali. La Banca ha, infatti, sviluppato un'innovativa app – fruibile sia da web che da mobile – nella quale il racconto delle singole opere viene accompagnato da contenuti video inediti, storytelling e interviste agli artisti. Al di fuori del Parco, Ifis art ha inoltre collaborato con le Istituzioni per recuperare dodici busti di Antonio Canova (1757-1822) che risultavano dispersi e presto avvierà i lavori di messa in sicurezza di Migrant Child, una delle sole due opere rivendicate da Banksy e presenti su suolo italiano la cui integrità è a forte rischio.

Il Parco di Villa Fürstenberg apre gratuitamente al pubblico, ogni domenica dalle 10.00 alle 19.00.





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