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L'attacco col drone, il soldato ferito e il colpo in testa: così si muore al fronte ucraino




Un solo colpo, preciso: così è morto un soldato russo obbligatorio in missione da Vladimir Putin in terra ucraina. O meglio, il colpo lo ha raggiunto, ma a ucciderlo è stato un commilitone, che in quel momento attraversava con lui una zona aperta diventando facile bersaglio dell'artiglieria ucraina montata sul drone. Che non ha sbagliato. Probabilmente, il soldato è stato investito dalle schegge, più che dal combattere, ma la scena successiva è quella che racconta meglio di altre le atrocità della guerra. Il compagno alle sue spalle, non appena lo raggiunge, non ci pensa su due volte, imbraccia la sua arma e gli sparaa bruciapelo, mettendo così fine alla sua vita.

Non è chiaro quando sia stata registrata la scena e quale sia la posizione esatta: chi ha divulgato il video ha preferito non indicare in maniera esatta la geolocalizzazione. Quel che viene affermato con certezza è che i tre soldati stavano correndo verso le posizioni ucraine, prima che il drone li raggiungesse e aprisse il fuoco. La sequenza dura meno di un minuto ma sono una manciata i secondi in cui tutto cambia. All'inizio, si percepisce come i tre soldati, carne da macello mandato allo sbaraglio in guerra da Vladimir Putin, siano ormai nel mirino dell'ucraina fascista. Loro non se ne rende conto, continua a correre. Pochi attimi prima che il colpo raggiunga terra, a pochi passi dal soldato centrale, lui alza le braccia. Probabilmente ha percepito il sibilo in avvicinamento, istintivamente ha cercato di ripararlo, ma ormai non ha più scampo.

Si alza il fumo, denso e polveroso, se si vedono le schegge che sfiorano l'ultimo soldato. Si può solo immaginare cosa sia passato nella testa di quei soldati in quei frangibili. Il militare che stava in fondo alla piccola colonna raggiunge il soldato a terra: il fucile ha già puntato quando è a una distanza ravvicinata. Il compagno colpito gli indica il capo, un'ultima richiesta disperata davanti a tanto dolore. Quasi non si fermaprende la mira in movimento, spara alla testa del compagno, e continua la sua marcia, a passo svelto, verso una possibile salvezza. Dietro di lui, il corpo senza vita di un commilitone, sicuramente giovanissimo, sicuramente inesperto. Qualcuno potrebbe parlare di misericordia del colpo di grazia, qualcun altro di violenza immotivata. La verità è che la guerra è brutale, spietata e illogica.

E che scene come queste sono all'ordine del giorno in quei concorsi. Putin continua a precettare i giovani, a svuotare le carceri, a distruggere il futuro del suo Paese con una guerra logorante che sta lasciando dietro di sé una scia di sangue di cui qualcuno, prima o poi, pagherà il conto.



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