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Meloni trasloca, l’arrivo al Torrino nella casa da 1,1 milioni di euro ancora da completare


La prima Giorgia Meloni si è stufata di aspettare. Dopo dieci mesi ospite in comodato gratuito in casa del senatore di FdI Giovanni Sattasi è trasferita poco prima delle Europee nella villa al Torrino, anche se i lavori sono ancora in corso. Una casa da 1,1 milioni di euro per cui il presidente del Consiglio ha già versato una caparra da 300mila euro.

Rispondendo alle domande del Fatto Quotidiano, Meloni ha spiegato che si trova già dentro la nuova abitazione pur non essendone ancora la proprietà a tutti gli effetti, “grazie ad un atto di immissione in possesso anticipato redatto sulla base della normativa civilistica”. In buona sostanza, siccome i lavori andranno avanti più tempo del previsto, il trasloco è già iniziato.

Su eventuali precedenti abusi edilizi, la premier si smarca dalle domande del Fatto (in particolare sulla piscina), spiegando che il suo accordo con i proprietari che le stanno vendendo la casa è “chiavi in ​​mano”. Nel milione e passa che Meloni verserà, è infatti compresa la spesa per i lavori, piscina inclusa, e la premier si è detta principalmente non interessata a questi e altri aspetti tecnici. Né ora né dopo: “Perché quando un tecnico ed un notaio mi attesteranno che tutte le pratiche sono state fatte bene e tutto è a norma di legge, mi riterrò sufficientemente informata per sottoscrivere l'atto di vendita”.

Ciò che è certo è che ha “espressamente chiesto e ottenuto dai venditori promittenti che le eseguivano le spese di funzionamento in modo tale da NON beneficiare di eventuali agevolazioni che sarebbero derivate dal Decreto Salva-Casa”.

Intanto, il 25 giugno i proprietari dell'immobile hanno fatto inserire la ristrutturazione della villa al Catasto. La superficie catastale totale passa da 347 mq a 433 mq, da 15 a 18 vani. La rendita catastale vendita da 3.762 a 4.369 euro.

Nei confronti dell'amico Satta che nel frattempo l'ha ospitata, la premier non sente di dover contraccambiare se non “esprimendo gratitudine”. A fronte dei 10mila euro che avrebbe risparmiato in questi mesi, rivendica di avere “ancora rapporti di amicizia che non si fondano sul do ut des ma sulla disponibilità che contraddistingue certi legami”. Anche perché lo stesso Satta, racconta la premier, le ha spiegato di non averci rimesso nulla: l'immobile non solo era libero ma sarebbe rimasto inutilizzato, non volendo affittarlo per lunghi periodi in attesa di decidere che farne.

In ogni caso lo scrocco è stato limitato: “Ovviamente – spiega la premier – non solo ho provveduto a pagare ogni onere legato all'uso dell'immobile, ma mi sono occupata della manutenzione dello stesso e di quanto in esso presente, oltre ad aver assunto l'impegno di rimetterlo a nuovo al momento della restituzione definitiva”.



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