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Oggi “Zen Arcade” degli Husker Du compie 40 anni


Si conoscerà nella seconda metà degli anni 70 Bob stampo, Greg Norton e Concedi Hart: alla fine del decennio nacquero gli Hà¼sker Dà¼il cui nome deriva da un gioco da tavolo svedese (una specie del nostro Mercante in Fiera) visto chissà dove. La formazione, tanta sala prove, qualche concerto, un DNA sicuramente punk e hardcore. Poi, soprattutto nei testi, entra un sentimento, un'intimità, una debolezza e un senso di inadeguatezza urlati, sulle ansie e le irrequietezze tipiche dell'adolescenza, magari già più che sperimentate nel pop ma che fino al momento difficilmente la gente si sarebbe attesa in una musica distruttiva come il punk violento, sloganistico e politicizzato.

“Zen Arcade”, uscito nel 1984, è il secondo album: di gran lunga il migliore, quasi un capolavoro per tutti, sicuramente un passaggio fondamentale. Registrato in pochissime ore e mixato in meno, come da prassi. Ciò che è più genuino è difficile da fare. Muffa urla la paura, l'angoscia e l'incertezza di una generazione intera, le canzoni (anche live) avvicinano la gente, interessata e magnetizzata, che si fa catturare dal concetto del ragazzo, insicuro e turbato, che scappa di casa e incontra religione, esoterismo, amore, droga e morte, in un viaggio frenetico verso l'età adulta. Per quanto riguarda questo alla fine si riveleranno essere solo un sogno ricorrenteprogetterà una straordinaria opera scenica in musica, variegata, imprevedibile. E segnerà uno snodo fondamentale per gli anni a venire.

Pieno di furore, avvincente, passionale, “Zen Arcade” non ha compromessi, nemmeno sonoro: la chitarra Flying V di Muffa alza muri sonici, deraglia, si intreccia, si rincorre, ruota intorno ad un eclettico, geniale, istantaneo Cervo (pace all'anima sua), dove il basso di Norton dalle retrovie tesse trame di caratura incredibile. Virtuosismi ridotti al minimo in circolo virtuosoverrebbe da dire.

Ma è l'essere variegato il tratto distintivo principale di questo lavoro, l'allargare i confini del genere senza paura di uscire dal seminato: sintomatico come lo scatenato uno-due iniziale “Something I Learned Today” e “Broken Home, Broken Heart” è subito ribaltato da una fiammata acustica alla L'OMS vieni “Non ti parlerò mai più”. L'urgenza di ridisegnare i confini del punk come lo si conosceva diventa ora evidente. “Chartered Trips”, la nevrotica “Indecision Time “, la rabbia d'amore di “I'll Never Forget You”, disegnano un mondo a suo modo perfettamente armonico, dove si incastonano la jam da incubo delirante di “Dreams Reoccurring”, “Hare Krsna” che quasi scimmiotta “I Want Candy” dei Gli Stranamoreil pianoforte (!) come a spingere la stravagante “What's Going On”, carezzare “One Step At A Time” e disegnare la calma dormiveglia di “Monday Will Never Be The Same”.

Ancora, l'attacco di “Newest Industry” è shoegazing ante litteram, l'aliena e metafisica “21 The Tooth Fairy And The Princess”, lo spietato garage di “Turn On The News”, la lunga e leggendaria coda in saliscendi di “Reoccurring Dreams” (ed un secondo terzo dell'album tutto) allargano ancora di più il tiro ma senza mai dare la sensazione del pastiche.

L'album sarà un successo inaspettato di vendite per un disco prodotto da un'etichetta indipendente (oltre 100.000 copie) e vedrà gli Hà¼sker D༠di lì a un paio d'anni avvicinandosi ad una maggiore (la Ammonitore) per poi sciogliersi. E nel frattempo, diventa qualcosa tra il punto di riferimento, l'ispirazione e il mito.

Si pensa ad un gruppo che possa identificare ideali traghettatori del punk dalla sua originaria esplosività e rabbiosa frenesia verso i lidi più intimi e melodici – per quanto la tensione resti alta, nervosa ed evidente – del pop-rock, indicando degli alfieri della sperimentazione che va a toccare il metal come il prog, ad una firma sulla transazione che servirà da linfa a dozzine e dozzine di band a venire di generi come grunge, emo, punk melodico e gran bella fetta dell'alt rock che conosciamo oggi e che ancora sentitamente ringraziamo, quello degli Hà¼sker Dà¼pur nella loro vita così intensa e così breve, non può che essere uno dei nomi in cima alle nostre scelte.

Husker Du – Arcade Zen
Dati di pubblicazione: 1 Luglio 1984
Tracce: 23
Lunghezza: 70:26
Etichetta: Registri SST
Produttore: Glenn “Punto”Lockett

Elenco tracce:
1. Qualcosa che ho imparato oggi
2. Casa distrutta, cuore spezzato
3. Non parlarti mai più
4. Viaggi charter
5. Sogni ricorrenti
6. Tempo di indecisione
7. Hare Krishna
8. Oltre la soglia
9. Orgoglio
10. Non ti dimenticherò mai
11. La bugia più grande
12. Cosa sta succedendo
13. Il mondo del masochismo
14. In piedi in riva al mare
15. Da qualche parte
16. Un passo alla volta
17. Il rosa diventa blu
18. Industria più recente
19. Il lunedì non sarà mai più lo stesso
20. Qualunque cosa
21. La Fatina dei Denti e la Principessa
22. Accendi le notizie
23. Sogni ricorrenti



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