Sport

Eterno Cavendish: “Sono senza parole, tutto grazie alla mia mentalità”


A Saint-Vulbas si scrive la storia. Il britannico ha commentato così il successo: “L'Astana ha fatto una grande scommessa e l'abbiamo vinta tutti insieme. È il trionfo di una famiglia”

Adesso che guarda tutti dall'alto, perfino il Cannibale belga ha lasciato un gradino più in basso, Marco Cavendish aspetta che qualcuno gli dia un pizzicotto: il 39enne velocista britannico, nuovo recordman di vittorie di tappa al Tour con questa 35esima strappata di mestiere a Saint-Vulbas (adesso ne ha una in più di Eddy Merckx fermatosi a 34), sta davvero a crederci . Mentre compagni e rivali erano emozionati quanto lui fosse in processione per abbracciarlo, il nuovo baronetto della corona ha parlato dell'impresa compiuta: “Sono senza parole, l'Astana ha fatto una grande scommessa su questa vittoria e l'abbiamo vinta tutti insieme: non solo io, questo è il successo di un gruppo di lavoro che è come una famiglia. Abbiamo dimostrato di sapere cosa fosse il Tour e di come si dovesse preparare: abbiamo fatto quello che dovevamo fare, pensato tutto nel dettaglio ed era proprio oggi la giornata su cui avevamo puntato. Per noi non importa stare davanti alla classifica Uci, ma prenderci una soddisfazione così grande in questa corsa, la più bella, quella che tutti amiamo”.

l'omaggio di poga

Inevitabile non pensare al Mark che si arrampicò verso Rimini durante la prima tappa, svuotato e in crisi fino a rischiare di dover lasciare subito il “suo” Tour: l'inizio “strong” della Grande Boucle gli aveva quasi tolto il sogno, ma l' inglese ha resistito ed eccolo quattro giorni dopo aver alzato le braccia: “Ho fatto il 15 Tour, così come gestire i momenti di crisi anche se non vorrei mai vivere giornate come quella, soprattutto all'inizio della corsa. Anche quando ero in crisi, sapevo che avremmo potuto avere un'opportunità e che sarebbe potuta finire così. Il fisico potrà non essere quello di una volta, ma con la maturità diventò più forte di testa. Ed è con quella che vinci”. Al traguardo lo ha abbracciato anche Pogacar che poi ha celebrato l'impresa a suo modo: “Lo vedevo da piccolo in famiglia e con gli amici: era un eroe allora e lo è adesso. È un momento storico per tutti e sono in qualche modo felice di farne parte”.



Source link

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *