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La giunta regionale approva la riforma della dirigenza in Sicilia. Schifani “Rinnovare la macchina amministrativa” Agenzia di stampa Italpress – Italpress


Taormina – Renato Schifani Presidente della regione Sicilia ospite del Taobuk, al teatro antico di Taormina. Nella foto Renato Schifani (Taormina – 2024-06-23, Angela Platania) ps la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

PALERMO (ITALPRESS) – Un'unica qualifica, articolata in aree di competenza e livelli di responsabilità, a cui si accederà solo attraverso concorso pubblico. È il cuore del disegno di legge sulla riforma della direzione dell'amministrazione regionale, a cui il governatore Schifani ha dato il via libera, nella seduta di giunta di questa mattina, alla proposta dell'assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina. E' quanto si legge in una nota della Regione Siciliana.
Un provvedimento, sottolinea la nota, che interviene, a distanza di ventiquattro anni dall'emanazione della legge regionale 10 del 2000, sull'ordinamento della dirigenza della Regione Siciliana, al fine di allinearla a quella di tutti gli enti del comparto funzioni locali e di eliminare le criticità determinate dal mantenimento della cosiddetta terza fascia.
«Il mio governo pone finalmente un punto fermo nel processo di rinnovamento della macchina amministrativa regionale – afferma il presidente della Regione, Renato Schifani – Le condizioni attuali hanno reso impossibile procedere all'assunzione di nuovo personale dirigenziale, causando una situazione di sofferenza della dotazione organica non più tollerabile in un'amministrazione che vuole essere efficiente e vicina alle esigenze dei cittadini. Abbiamo ritenuto dunque prioritario, in vista di una stagione di ricambio generazionale e del personale apicale, dare piena attuazione a una compiuta riforma della dirigenza. Auspichiamo che il Parlamento regionale possa approvare a breve la norma, confidando che tutte le forze politiche possano dare il proprio contributo a raggiungere un obiettivo non più rinviabile».
«Dopo un'attesa di oltre vent'anni, finalmente siamo riusciti a dare avvio all'iter di riforma della dirigenza regionale. Un intervento necessario – sottolinea l'assessore alla Funzione pubblica, Andrea Messina – grazie al quale questo governo ha apportato una correzione alle criticità della legge 10 del 2000 e ha creato le condizioni per riorganizzare la macchina amministrativa con criteri più moderni e funzionali. Un'iniziativa di troppo tempo attesa che impone regole certe e rapide nella copertura dei posti di dirigenza ed evita, nel breve e medio termine, di far fronte all'esodo in corso a causa dei pensionamenti, comprendendo anche l'immissione di nuove risorse umane qualificati e competenti».
Nel dettaglio, prosegue la nota, la dirigenza regionale è ordinata in un'unica qualifica, senza alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica; i livelli di responsabilità e, di conseguenza, le retribuzioni, si differenziano in base agli incarichi attribuiti. Il ruolo unico è articolato in aree di competenza, anche al fine di tenere conto delle professionalità tecniche necessarie in alcuni rami dell'amministrazione. L'accesso alla qualifica dirigenziale è ammesso per concorso pubblico, una percentuale non inferiore al 50% dei posti sarà destinata all'esterno dell'amministrazione regionale, una quota non superiore al 30% è riservata al personale interno che abbia compiuto almeno cinque anni di servizio nell'area immediatamente inferiore a quella dirigenziale e un'ulteriore quota non superiore al 15% al ​​personale che abbia ricoperto o ricopra già un incarico dirigenziale.
I dirigenti a tempo indeterminato in servizio alla data di entrata in vigore della riforma confluiranno nel medesimo ruolo unico, si legge sempre nella nota.
Le funzioni sono stabilite dalla legge 10 del 2000 in relazione alla tipologia di incarico ricoperto e si distinguono le funzioni dei dirigenti di struttura di massima dimensione e quelle degli altri dirigenti. Il trattamento economico accessorio si differenzia in ragione degli incarichi attribuiti e delle connesse responsabilità.
Introdotta anche una norma per rendere più flessibile l'organizzazione regionale, snellendo la struttura amministrativa e rafforzando la gestione unitaria dei servizi strumentali, attraverso la costituzione di uffici comuni e il riordino di alcuni di essi, così da eliminare duplicazioni o sovrapposizioni di strutture e funzioni, conclude la nota della Regione Siciliana.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).

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