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Oggi “Music For The Jilted Generation” dei Prodigy compie 30 anni


Era il 4 luglio 1994, e sugli scaffali dei negozi di dischi di tutto il mondo arrivò il rimedio ritmico e pulsante ai dolori di una generazione che, ancora un po' scombussolata dal fenomeno rave, iniziò a sentirsi sempre più respinta, abbandonata ai margini della una società non proprio indulgente. L'introduzione di leggi volte a contrastare l'organizzazione di mitiche feste clandestine ad alto tasso allucinogeno ““ enormi happening improvvisati in aree industriali dismesse, ma non solo – spezzò i cuori di milioni di giovani appassionati di musica elettronica, ma non quelli dei Prodigio e del loro incontro fulcro creativo, il produttore e il deejay Liam Howlett.

Il quale, nel corso del tour statunitense di supporto all'esordio “Experience”, è rimasto folgorato dall'ascolto dei Rabbia contro la macchina; non una semplice band, bensì un mondo parallelo che, a mo' di epifania, gli indicò la via d'uscita da una scena incredibilmente stretta per le sue ambizioni. Anzi, una scena che cominciava letteralmente a disprezzare.

In un'intervista rilasciata qualche anno fa alla rivista musicale britannica Scontrarsi, Howlett ha negato una volta per tutte ogni tipo di indiscrezione sbucata fuori nel corso del tempo relativa al vero significato di “Music For The Jilted Generation”: non un manifesto in difesa della cultura rave, ma una sorta di reazione allergica a un gigante morente, divorato da quell'universo mainstream nel quale gli stessi Prodigio lo avevano traghettato.

Da qui la decisione di allontanarsene il più possibile con un album quanto più ricco, bizzarro e, perché no, persino rock. Non a caso, fu proprio questo lavoro a schiudere la creatura di Liam Howlett le porte delle grandi arene per concerti (autorizzate, questa volta), in seguito totalmente spalancate dall'esaltante potenza sprigionata dal big beat del classico “The Fat Of The Land” (1997).

In “Music For The Jilted Generation” si avvertono già i segni della rivoluzione in arrivo ““ su tutti, le chitarre elettriche e le leggere contaminazioni metal e grunge in “Their Law” e “Voodoo People” ““ ma la transizione definitiva verso un nuovo suono viene lasciata in sospeso. Howlett ““ che, è bene ricordarlo, è praticamente l'unico membro dei Prodigio ad aver composto e registrato il disco, ad esclusione della comparsata del vocalist Massima (all'epoca ancora noto come Massima realtà) in “Poison” ““ preferì trasformare questi intensissimi sette minuti di techno ibrida in un piccolo laboratorio creativo.

Un luogo sotterraneo in cui nascondere i propri esperimenti per evitare di farli cadere nelle mani sbagliate, come mormora la misteriosa voce narrante dell'introduzione. Ci è riuscito? Beh, non proprio: dagli Apollo 440 Aglio Atari rivolta dei ragazzipassando infine per Rumore, Pendolo e Presa di mortesono troppi e davvero molto diversi tra loro gli innumerevoli artisti che hanno attinto a piene mani dal tesoro breakbeat tirato quasi dal nulla da un Liam Howlett neanche ventenne ma già ultra-maturo, in evidente stato di grazia. Una sovrabbondanza di idee e dettagli che da ormai un quarto di secolo ci fa letteralmente brillare le menti, come se ogni ascolto fosse sempre il primo.

The Prodigy ““ “Musica per la generazione abbandonata”
Data di pubblicazione: 4 luglio 1994
Tracce: 13
Lunghezza: 78:07
Etichetta: Registrazioni XL
Produttori: Liam Howlett, Neil McLellan

Elenco tracce:
1. Introduzione
2. Effrazione e ingresso
3. La loro legge
4. A tutto gas
5. Popolo Voodoo
6. Speedway (tema di Fastlane)
7. Il calore (l'energia)
8. Veleno
9. No Good (Inizia il ballo)
10. Un amore
11. La Suite Narcotica: 3 chili
12. La suite narcotica: Skylined
13. The Narcotic Suite: Sting claustrofobico



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