Economia Finanza

Orban vola a Mosca per incontrare Putin. Michel: “Non ha mandato Ue”




Dopo il vertice a Kiev con Volodymyr Zelensky, Viktor Orbán domani sarà a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin. Secondo quanto riportato dall'emittente ungherese Radio Libertàche cita una fonte del governo di Budapest, il presidente di turno dell'Ue sarà accompagnato dal ministro degli Esteri Peter Szijjarto. Quest'ultimo avrebbe già avuto alcuni contatti con il collega Sergej Lavrov. Al momento il governo non ha smentito le indiscrezioni e non sono venute meno le reazioni dell'Unione europea.

Qualora l'indiscrezione venisse confermata, Orban diventerebbe il primo leader europeo a incontrare Putin dopo l'invasione dell'Ucraina datata 24 febbraio 2024. Come evidenziato in precedenza, non è tardata ad arrivare alla presa di posizione di Bruxelles, con il presidente del Consiglio europeo Carlo Michele: “La presidenza di turno dell'Ue non ha il mandato di impegnarsi con la Russia per conto dell'Ue. Il Consiglio europeo è chiaro: la Russia è l'aggressore, l'Ucraina è la vittima. Nessuna discussione sull'Ucraina può aver luogo senza l'Ucraina”.

La notizia non sorprende. Sin dallo scoppio della guerra Orbán si è distinto per le sue posizioni più soft nei confronti di Mosca, a partire dalla riluttanza a firmare i pacchetti di armi e aiuti occidentali per l'Ucraina. Ma c'è un altro dettaglio da non sottovalutare e che confermerebbe l'obiettivo di Orban di favorire il dialogo tra i due Paesi in guerra. Il presidente ungherese si è presentato a Kiev con una proposta di cessare il fuocovolta a sospendere il combattimento con la Russia, rifiutata da Zelensky.

Il numero uno di Kiev ha “invitato l'Ungheria e il primo ministro Orban ad unirsi” agli sforzi compiuti “in vista dell'organizzazione di un nuovo vertice per la pace” da parte dell'Ucraina, dopo quello di giugno in Svizzera.

Ricordiamo che Putin, appena un mese fa, aveva affermato che la Russia avrebbe preso parte alla guerra solo se Kiev avesse soddisfatto determinate condizioni, a partire dalla rinuncia alle ambizioni della Nato e dalla cessione di quattro regioni parzialmente occupate.





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