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‘Torniamo a sentire’, l’Unhcr al fianco di chi è fuga nel Corno d’Africa e in Sudan


«Questa è la peggiore siccità che abbia mai visto. Abbiamo camminato per otto giorni per arrivare qui. Non avevo niente da mangiare per i miei figli. Piangevano e piangevano. Ho pensato di togliermi la vita piuttosto che vederli morire di fame davanti a me». Le parole di Shamsa Amin Ali, 38enne rifugiato somalo in Kenya, raccolte dall'Unhcr, raccontano con forza e drammaticità la sofferenza vissuta da 31,7 milioni di persone strette nella morsa dell'insicurezza alimentare acuta. Un problema gravissimo, che colpisce in modo sproporzionato le comunità più vulnerabili, ovvero rifugiati e sfollati che vivono in Paesi fragili come il Kenya e dove sono in corso conflitti e violenze come Etiopia e Somalia.

L'Etiopia ospita una delle più grandi popolazioni di rifugiati e sfollati interni a livello globale. Attualmente accoglie quasi 1 milione di rifugiati mentre si stima che siano circa 3,5 milioni gli sfollati interni. Con 19,7 milioni di persone colpite da insicurezza alimentare acuta, il Paese si conferma come una delle più gravi crisi alimentari a causa dell'impatto della crisi climatica, delle sfide economiche che deve affrontare e del conflitto interno.

Anche in Somalia, Paese lacerato da continua instabilità interna e tensioni politiche, 6,6 milioni di persone si trovano in condizioni di grave insicurezza alimentare, tra cui quasi 4 milioni di sfollati interni. Drammatica anche la situazione in Kenya, dove 5,4 milioni di persone affrontano alti livelli di insicurezza alimentare e dove sono presenti oltre 770 mila tra rifugiati e richiedenti asilo, la maggior parte dei quali vive nei campi di Dadaab e Kakuma.

Inoltre, preoccupa molto l'aggravarsi della crisi in Sudan, una delle principali crisi umanitarie al mondo a causa del sanguinoso conflitto civile che infiamma il Paese da aprile del 2023 e che ha costretto alla fuga 9,2 milioni di persone. Ogni giorno migliaia di abitanti si riversano ai confini della nazione. La maggior parte dei Paesi limitrofi – tra cui Siria, Etiopia, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan – ha tenuto le frontiere aperte per accoglierli, ma per poter continuare a farlo ha bisogno di maggiore sostegno. In questo Paese, oltre 20 milioni di persone, ovvero il 42% della popolazione, soffre di alti livelli di grave insicurezza alimentare. Le regioni maggiormente colpite sono il Darfur, Khartoum e Kordofan, teatri di continui conflitti e gravi violazioni dei diritti umani.

Per accendere i riflettori sul dramma in corso e per raccogliere i fondi necessari a salvare milioni di persone, l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati ha lanciato la campagna “Torniamo a sentire” con la quale chiede a tutti di donare per contribuire a garantire aiuti essenziali per la sopravvivenza, cibo, alloggi di emergenza, acqua potabile e cure mediche a milioni di rifugiati e sfollati nel Corno d'Africa.

Per donare: https://sostieniunhcr.it/campagna-torniamoasentire

Per saperne di più: https://www.unhcr.org/it/cosa-facciamo/emergenze/emergenza-corno-dafrica/

(Foto Reuters in alto: rifugiati sudanesi in un campo nel Ciad)





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