Economia Finanza

Orban a Mosca da Putin, cronaca di una giornata burrascosa


Viktor Orban non ha trasmesso a Vladimir Putin alcun messaggio da parte di Volodymyr Zelensky. E la visita a Mosca del primo ministro ungherese – confermata da parte sua dal ministero degli Esteri ucraino – è stata decisa senza chiedere il consenso o l'approvazione di Kiev. Che ribadisce: «Il principio “nessun accordo sull'Ucraina senza l'Ucraina” rimane intoccabile per il nostro Paese, chiediamo a tutti gli Stati di aderirvi strettamente». Per la diplomazia di Kiev, la formula di pace perseguita dal presidente Zelensky resta l'unica strada possibile, «basata sul rispetto dell'integrità territoriale ucraina».

Condizioni di Putin irricevibili

Le condizioni ribadite da Putin sono all'estremo opposto. Quella che il presidente russo fa chiamare “iniziativa di pace” da Mosca, ea cui ha potuto nuovamente osare risalire con l'aiuto di Orban, parte dalla pretesa di un ritiro delle truppe ucraine dal loro stesso territorio, le quattro regioni che Mosca occupa parzialmente e che ha già aderito alla Federazione Russa, oltre che alla Crimea. Ben lontano dal cercare compromessi, Putin è tornato a insistere sulle richieste già avanzate a metà giugno in un intervento al ministero degli Esteri russo: la rinuncia dell'Ucraina alle regioni di Kherson, Zaporizhia, Luhansk e Donetsk. «Ci ​​sono anche altre condizioni – ha aggiunto Putin – ma queste sarebbero oggetto di un esame dettagliato nell'ambito di un possibile lavoro comune».

Il politologo Serghej Markov, vicino al Cremlino, fa una precisazione riguardo alle “altre condizioni” di Putin: «Evidentemente la denazificazione, la smilitarizzazione, la de-russificazione (dell'Ucraina) – ha scritto Markov su Telegram -. Ma il ritiro dell'esercito ucraino è simbolicamente impossibile per l'Occidente. Dunque questa richiesta implica il proseguimento delle operazioni militari». Al termine degli incontri al Cremlino, il portavoce Dmitrij Peskov conferma: «Non ci sono al momento i presupposti per riavviare i negoziati sull'Ucraina».

Iniziativa non concordata con Bruxelles

L'intera giornata di Orban a Mosca – fin dalle prime burrascose reazioni – è stata giocata sull'ambiguità di un'iniziativa non concordata con Bruxelles che il premier ungherese aveva descritto in un'intervista radiofonica come una «missione di pace» iniziata tre giorni prima, il 2 luglio, a Kiev, dove Orban ha incontrato a sorpresa Zelensky. Inaugurando così il semestre di presidenza ungherese dell’Ue, facendo riflettere su una svolta nei rapporti – finora gelidi – tra Budapest e Kiev. «Non puoi stare in una comoda poltrona a Bruxelles, aspettando che la guerra finisca per miracolo», aveva detto Orbán, ammettendo, però, di non avere il mandato dell'Ue di negoziare sull'Ucraina con Putin.

Avvio burrascoso per la presidenza ungherese Ue

Ma all'arrivo all'aeroporto moscovita di Vnukovo, Orban ha fatto pubblicare sul suo X una fotografia con il logo della presidenza europea. Poco dopo, al Cremlino, è stato lo stesso Putin a enfatizzare la posizione di Orbán «non soltanto come nostro partner di vecchia data, ma come presidente del Consiglio Ue». Il primo leader europeo al Cremlino dal giorno dell'invasione dell'Ucraina, nel febbraio 2022.



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