Economia Finanza

Fisco, immigrati, donne e Gaza. Il debutto dello “Starmageddon”




«Il mio governo sarà al vostro servizio». Così ha promesso ieri il nuovo premier britannico Keir Starmer nel giorno del suo insediamento. Per il leader laburista alla guida dell'inarrestabile onda che ha mandato a casa l'esecutivo conservatore di Rishi Sunak è stato uno di quei giorni che ti rimane impresso nella memoria per tutta la vita. Forte dei suoi 412 seggi contro i 121 dei Conservatori, i 71 dei LiberalDemocratici, i 9 del Partito Nazionalista Scozzese e i 4 di Reform Uk, il suo partito si appresta a governare con una maggioranza bulgara, ma il neo primo ministro già ieri ha voluto dimostrare che preferisce collaborare e riunirsi piuttosto che dividere.

Dopo aver incontrato il re per ricevere formalmente l'incarico ed essere tornato a Downing Street tra due ali di folla giubilante, dopo aver stretto innumerevoli mani, abbracciato le persone, sorriso a migliaia di volti sorridenti, le sue prime parole sono state pronunciate per l' L'avversario sconfisse Rishi Sunak, dimessosi dopo un discorso in cui si assunse ogni responsabilità per la peggiore sconfitta nella storia dei Tories. «Essere riuscito a diventare il primo ministro britannico asiatico del nostro Paese e lo sforzo extra che questo traguardo deve aver richiesto, non dovrebbe essere sottostimato da nessuno», ha detto, dimostrando una generosità poco comune. Sottolineando la capacità degli inglesi di dare il meglio di sé nei tempi avversi, ha garantito da parte sua «stabilità e moderazione», oggettivi che sono adatti a definire anche la sua natura.

Non è uno stupido signore Keir, perché la gente non gli perdonerebbe facilmente gli entusiasmi, quindi non indora la pillola quando afferma che il Paese non si cambia con uno schiocco di dita, ma che «ci vorrà del tempo». Tra le priorità del suo governo, il nuovo premier ha indicato la ricostruzione «dell'infrastruttura delle opportunità», come «scuole e college di livello mondiale» e «case a prezzi accessibili». Nel programma di politica fiscale rigoroso aumentare le casse e fermare il programma del Ruanda sull'immigrazione. Il lavoro verso il cambiamento però inizia subito perché la gente torna a credere che la Gran Bretagna «sarà il Paese migliore per i propri figli». «Da ora in poi avrete un governo libero dall'ideologia – ha concluso – determinato a servire i vostri interessi». Fedele alla sua indolente pragmatica, Starmer si è poi messo immediatamente al lavoro e nel pomeriggio ha assunto la carica di nuovo esecutivo dove abbondano le donne: Angela Rayner vice premier, Rachel Reeves prima donna nella storia del Paese ad essere nominata Cancelliere dello Scacchiere, Yvette Cooper agli Interni, David Lammy ministro degli Esteri, Steve Reed ministro per l'Ambiente e l'Agricoltura, Liz Kendall al Lavoro e Pensioni, Jonathan Reynolds agli Affari e il Commercio, Louise Haigh ai Trasporti e Peter Kyle ministro per le Scienze e l' Innovazione tecnologica, Lisa Nandy alla Cultura, Wes Streeting alla Sanità. La squadra continua ad ampliarsi, ma nel frattempo arrivano già delle dichiarazioni importanti come quella di Lammy che ha chiesto «di cessare immediatamente il fuoco su Gaza».

Tornando ai risultati val la pena ricordare che Starmer si ritroverà in Parlamento quel Jeremy Corbyn che si era espresso dal partito e che si è ripreso il suo collegio elettorale di Islington North, dove si era rappresentato come indipendente, battendo proprio un rappresentante del Labour locale. «È stata una notte veramente interessante per la politica del nostro Paese», ha dichiarato il predecessore di Starmer a cui non era riuscita la svolta a sinistra del Regno Unito.

È iniziata invece tra le contestazioni la nuova carriera politica di Nigel Farage, vivacemente interrotta da un gruppo di manifestanti proprio durante il suo primo discorso tenuto a Londra dopo la sua elezione in Parlamento.



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