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‘Ciatuzzu’ di Catena Fiorello Galeano vince il premio ‘Città del libro e della famiglia 2024’



Grande partecipazione all'evento conclusivo del Premio di narrativa “Città del Libro e della Famiglia”organizzato dal Forum delle Associazioni Familiari e del Comune di Pontremolicon la collaborazione della Fondazione “Città del Libro”. Nella splendida cornice di Piazza della Repubblica a Pontremoli, la giuria, formata da esperti del settore e presieduta dal professore Francesco Giorginoha scelto il libro vincitore tra i testi precedentemente selezionati per formare la sestina finale. Ad aggiudicarsi il premio è Ciattuzzo di Catena Fiorello Galeanoedito da Rizzoli, la commovente storia di un bambino siciliano di fine anni Cinquanta, che, nonostante le dure prove a cui la vita lo sottopone, riesce a costruire un futuro migliore, anche grazie alla sua tenacia dedizione ai legami familiari e di patria.

Ripubblichiamo l'intervista fatta all'autrice in occasione dell'uscita del libro.



Anche la letteratura sente la necessità di raccontare un fenomeno, il dramma dei migranti, che suscita discussioni, sospetti, sia a livello del sentire comune sia della politica, ma che è stato riportato alla sua essenza: il naturale desiderio degli uomini di ogni continente ed epoca. storica per trovare le migliori condizioni di vita. Catena Fiorello con il suo Ciattuzzo (Rizzoli) Ci riporta alla fine degli anni Cinquanta in Sicilia, quando gli uomini partirono per andare a lavorare nelle miniere del Belgio. «Alle vittime dei migranti italiani, siciliani e non, sono arrivate durante la scrittura dell'altro mio romanzo, Picciriddae mi ripromise di approfondirle. Il lavoro di ricerca per scrivere Ciattuzzo è stato duplicato. Da una parte la consultazione dei libri e degli studi sul lavoro nelle miniere, testi che in larga parte ho recuperato da studiosi e ricercatori siciliani, soprattutto nella zona di Caltanissetta. A questo studio ha fatto seguito il lavoro sul campo, a Charleroi, in Belgio, dove ha incontrato e intervistato i nipoti ei figli dei minatori italiani».

Anche nella famiglia di Catena Fiorello ci sono stati dei migranti: «Il mio bisnonno materno partì per l'Argentina e non tornò più e mia mamma mi racconta che per mia nonna c'era un dolore terribile perché non si seppe più niente di quest'uomo. È importante ricordare le vicende di questi nostri emigranti, perché alla fine il ponte che collega le varie parti del mondo è sempre affollato e ci saranno sempre persone che partiranno dall'una e dall'altra parte». La Sicilia è il principale approdo dei barconi e delle navi dell'Ong, e i siciliani si sono rivolti all'accoglienza: «La Sicilia in questo caso ha fatto anche scuola: tutti si sentono chiamati a causa dell'arrivo di quei barconi tristemente famosi. E difficilmente troverai un siciliano che non farà la sua parte, proprio perché riconosciamo negli altri che vivono queste difficoltà qualcosa che ci accompagna, per la storia che abbiamo vissuto. Anche porgere un sorriso a chi vive questa tragedia è un gesto importante. Nuzzu, la voce narrante del libro, prima è un bambino sconvolto dalla morte della madre, poi viene portato dal padre in Belgio e lì scopre che la via di fuga per il suo dolore è lo studio, tanto da diventare medico. Nel mio romanzo ho voluto raccontare la possibilità che ognuno di noi dovrebbe avere di creare il proprio futuroma non credo che oggi gli extracomunitari che conosciamo, che sono qui sul nostro territorio, avranno le stesse possibilità del mio protagonista, perché per assurdo per loro è ancora più difficile oggi che ieri. Mi auguro davvero che ci siano delle politiche che diano a tutti l'opportunità di avere la stessa dignità e che non restino soltanto uno slogan. Per questo motivo vado spesso nelle scuole a incontrare gli studenti, è importante che i giovani sappiano e siano solidali con chi viene da lontano».





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