Istruzione

Valori perduti? La riflessione degli ex alunni sul caso di crudeltà animale a Fabriano: “Occorre rieducare i colpevoli” – Orizzonte Scuola Notizie


Un gruppo di ex studenti dell'Istituto Tecnico Agrario di Fabriano, diplomati nel 1972, ha espresso la propria indignazione e preoccupazione in una lettera aperta riguardante uno scioccante episodio di crudeltà sugli animali.

L'incidente, che ha visto sei studenti (due maggiorenni e quattro minorenni) torturare a morte un agnello durante una scena, ha suscitato indignazione in tutta Italia. L'evento, accaduto all'inizio di giugno ma divenuto noto solo di recente, ha portato a denunce e provvedimenti disciplinari nei confronti degli studenti coinvolti.

Nella loro toccante lettera, indirizzata al dirigente dell'istituto e al presidente del Consiglio di istituto, gli ex alunni esprimono il loro risentimento all'accaduto. Si esplora “sorprese di campagna”un soprannome affettuoso che porta con orgoglio e ricorda con affetto il loro tempo trascorso nella scuola, sottolineando i valori di amicizia, lealtà, correttezza e rispetto che hanno appreso durante la loro formazione.

Gli autori della lettera esprimono particolare sconcerto per il fatto che un atto di tale crudeltà sia avvenuto in una scuola che dovrebbe formare persone dedite alla cura della natura e delle sue creature. Sottolineando che “più una creatura è indifesa, più ha il diritto di essere protetta” e condannano fermamente l'atto di violenza contro un essere indifeso come un atto di vigliaccheria.

Gli ex studenti chiedono che gli autori del gesto ricevano una punizione esemplare e siano sottoposti a un processo di rieducazione. Bisogna preoccuparsi che, se tali atti non vengono adeguatamente prevenuti attraverso l'istruzione e severamente puniti, si potrebbe assistere a un'escalation di violenza nella società.

La lettera si conclude con un monitor inquietante, paragonando l'incidente alla scena del film “Arancia Meccanica” e avvertendo che se non si interviene adeguatamente, simili atti di violenza potrebbero in futuro colpire soggetti ancora più vulnerabili come bambini, disabili, donne o anziani.



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