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Besseghini “Per l'energia c'è un nuovo protagonismo del Mediterraneo” Agenzia di stampa Italpress – Italpress


ROMA (ITALPRESS) – Superata la fase più acuta della crisi dei prezzi nel settore dell’energia, il 2023 ha visto un progressivo assestamento su una “nuova normalità” in cui, lungi dal tornare alle quotazioni in precrisi, i mercati sono diventati più reattivi e globalizzati. La domanda elettrica è risultata in calo del 2,9%, arrivando a circa 287,3 TWh. La flessione ha interessato tutti i settori, tra cui il trasporto e la pesca, che sono risultati in aumento di oltre il 5%. E' quanto emerge dalla relazione annuale dell'Arera, presentata al Parlamento dal presidente Stefano Besseghini. “Superata la fase più acuta della crisi dei prezzi – che ha avuto (forse) l'unico effetto positivo di aumentare il livello di consapevolezza dei consumatori verso le tematiche energetiche e di prezzo – abbiamo visto l'attenzione dell'opinione pubblica modificarsi e stiamo assistendo al ritorno di un dibattito focalizzato sulla contrapposizione di singole soluzioni e che sembra aver poco capitalizzato i principali insegnamenti del periodo di crisi – ha detto Besseghini -, stanno tornando sul tavolo temi che l'emergenza aveva giocoforza portato in secondo piano, non necessariamente con una nuova consapevolezza”. Sul mercato elettrico nel 2023 Enel conferma il primo produttore con una quota del 16,9% seguita da Eni al 9,5%. Se si guarda alla sola produzione termoelettrica, invece, Eni è tornato ad essere il primo operatore nella produzione termoelettrica, coprendo il 16,5% mentre per Enel, secondo operatore, la quota è pari al 15,2% (lo scorso anno le posizioni risultavano invertite con quote pari rispettivamente al 13,9% e al 18,3%).Complessivamente, per l'anno 2023, i costi derivanti dall'incentivazione delle fonti rinnovabili sono risultati pari a circa 7 miliardi di euro, in aumento rispetto all' anno precedente quando, a causa degli elevati prezzi di mercato dell'energia elettrica e dei meccanismi di funzionamento degli incentivi descritti, il costo di alcuni strumenti incentivanti è stato annullato. Nel 2023 il consumo netto di gas naturale è diminuito di 7 miliardi di metri cubi rispetto all'anno precedente (-10,4%), arrivando a 60,3 miliardi di metri cubi dai 67,3 miliardi di metri cubi del 2022. la produzione nazionale di gas naturale ha registrato l'ennesimo calo (-12,2% decisamente superiore a quello del 2,7% registrato nel 2022) attestandosi a 2.728 milioni di metri cubi; in calo anche le Valori nette scese a 8,8 miliardi di metri cubi (-12,9% rispetto al 2022) a causa del calo delle Valori lorde diminuite di 10,8 miliardi di metri cubi (-14,8% rispetto al 2022 ) solo parzialmente compensato dalla riduzione delle esportazioni (-2 miliardi di metri cubi) che nel 2022 avevano avuto una crescita un po' anomala. “Il meccanismo dei bonus energetici si è rivelato efficace per i consumatori economicamente più deboli, anche grazie all’automatismo e alla flessibilità potenziati con interventi trimestrali mirati da parte del governo – ha aggiunto Besseghini -, ma ciò è emerso in tutta la sua evidenza la difficoltà di intercettare una fascia di consumatori non classificabili come poveri in senso stretto ma che, in presenza di costi straordinari dell'energia, possono vedere compressa in maniera significativa la propria capacità di spesa ed essere portati a compiere scelte di consumo che li avvicinano alle caratteristiche della povertà energetica”.
Per il presidente di Arera “l'elemento con più chiaro riscontro è una recuperata centralità dell'area del Mediterraneo. In presenza di fornitura russa, abbondante e a basso costo, lo sguardo dell'Europa verso il Mediterraneo è inevitabilmente uno sguardo residuale e concentrato, al più, sulla possibilità di coinvolgere questi Paesi in iniziative di decarbonizzazione spesso di dubbia sostenibilità rispetto alle loro esigenze di sviluppo . Il cambio di asse nella fornitura di gas e l'evoluzione del ruolo del GNL permettono di rilanciare un nuovo protagonismo del Mediterraneo”.
In relazione all'acqua, nella relazione si legge che nel 2023 a livello nazionale il valore delle perdite idriche (M1) si attesta in media a 17,9 metri cubi/km/gg (indicatore M1a-Perdite lineari) e al 41,8 % (indicatore M1b-Perdite percentuali), con valori più contenuti al Nord e valori mediamente più elevati al Centro e nel Sud e Isole. Per quanto riguarda le interruzioni di servizio (M2), quasi il 60% della popolazione è servito da gestori che hanno garantito una buona continuità del servizio di erogazione, evidenziando una durata delle interruzioni inferiore alle 3 ore/anno per utente. In media, tuttavia, a livello nazionale il valore del macro-indicatore è attestato a circa 59 ore/anno dall'utente. Nel 2022 la produzione nazionale di rifiuti urbani è stata pari a circa 29,1 milioni di tonnellate in calo dell'1,8% rispetto al dato 2021. Il dato di produzione riferito all'anno 2022 segna nuovamente una contrazione, a fronte degli incrementi invece rilevati per gli indicatori socioeconomici, quali prodotto interno lordo e spesa per consumi finali sul territorio economico, rispettivamente pari al 3,7% e al 6,1%.
(ITALPRESS).
– Foto: xc3/Italpress –

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