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Sinodo: Un ministero dell’ascolto e più spazio alle donne



Un'introduzione e quattro parti per lo strumento di lavoro, «documento non definitivo», come è stato più volte specificato nel corso della conferenza stampa di presentazione, che servirà come base di discussione per i partecipanti al Sinodo sulla sinodalità.

Nel testo si elencano i grandi temi che verranno discussi, anche se non si giungerà, in questa seconda sezione, a decisioni concrete che comunque spetteranno al Papa. Il Pontefice, su alcuni temi specifici, ha costituito dieci gruppi di studio che dovranno riferirsi al Pontefice entro la metà del 2025. Tra questi il ​​numero cinque affronterà, pur senza prendere posizione, il tema del diaconato alle donne. «Mentre alcune Chiese locali chiedono che le donne si affidino al ministero diaconale, altri ribadiscono la loro contrarietà», è stato detto nella conferenza stampa. Alla maturazione di una riflessione teologica in materia «contribuiranno i frutti del Gruppo di studio n. 5, il quale prenderà in considerazione i risultati delle due Commissioni che si sono occupate della questione in passato». In ogni caso, ribadisce il documento, «I contributi delle Conferenze Episcopali riconoscono che sono numerosi gli ambiti della vita della Chiesa aperti alla partecipazione delle donne. Tuttavia bisogna anche notare che queste possibilità di partecipazione rimangono spesso inutilizzate. Per questo suggeriamo che la Seconda Sessione ne promuova la consapevolezza e ne incoraggi l'ulteriore sviluppo nell'ambito delle Parrocchie, delle Diocesi e delle altre realtà ecclesiali, compresi gli incarichi di responsabilità. Chiedono inoltre di esplorare ulteriori forme ministeriali e pastorali che diano migliore espressione ai carismi che lo Spirito effonde sulle donne in risposta alle esigenze pastorali del nostro tempo». Tra le conferenze episcopali che si sono espresse l'Instrumentum ricorda quella latinoamericana che così scrive: Nella nostra cultura permane forte la presenza del maschilismo, mentre è necessaria una partecipazione più attiva delle donne in tutti gli ambiti ecclesiastici. Come afferma Papa Francesco, la loro prospettiva è indispensabile nei processi decisionali e nell'assunzione di ruoli nelle diverse forme di pastorale e di missione».

Sul tema delle donne l'Instrumentum Laboris elenca le «richieste concrete da sottoporre all'esame della Seconda Sessione» che sono pervenute in questa fase preparatoria. Tra questi «a) la promozione di spazi di dialogo nella Chiesa, in modo che le donne possano condividere esperienze, carismi, competenze, intuizioni spirituali, teologiche e pastorali per il bene di tutta la Chiesa; b) una più ampia partecipazione delle donne nei processi di discernimento ecclesiastico e in tutte le fasi dei processi decisionali (elaborazione e presa delle decisioni); c) un più ampio accesso alle posizioni di responsabilità nelle Diocesi e nelle istituzioni ecclesiastiche, in linea con le disposizioni già esistenti; d) un maggiore riconoscimento e un più deciso sostegno alla vita e ai carismi della Consacrata e il loro impiego in posizioni di responsabilità; e) l'accesso delle donne a posizioni di responsabilità nei Seminari, negli Istituti e nelle Facoltà teologiche; f) l'aumento del numero delle donne che svolgono il ruolo di giudice nei processi canonici».

Nel documento si chiede anche più spazio per i laici e la «promozione di forme più numerose di ministerialità laicale, anche al di fuori dell'ambito liturgico». Nella Chiesa, si ricorda, c'è «una varietà di ministeri che possono essere esercitati da qualsiasi battezzato, uomo o donna. Si tratta di servizi non occasionali, riconosciuti dalla comunità e da chi ha il compito di guidarla». Ad esempio «ci sono uomini e donne che esercitano il ministero del coordinamento di una piccola comunità ecclesiale, il ministero di guida dei momenti di preghiera (in occasione dei funerali o altro), il ministero straordinario della comunione, o altri servizi, non necessariamente di carattere liturgico».

E mentre si chiede una Chiesa più trasparente, per non incorrere nuovamente in scandali come quelli degli abusi e della pedofilia, si vorrebbero anche comunità più accoglienti. Anche per questo è arrivata la proposta di «dar vita a un ministero dell'ascolto e dell'accompagnamento riconosciuto ed eventualmente istituito, che renda concretamente sperimentabile un tratto così caratteristico di una Chiesa sinodale». Perché, si legge nel testo, «serve una porta aperta per la comunità, attraverso cui le persone possano entrare senza sentirsi minacciate o giudicate». Le forme di questo ministero «dovranno essere adattate alle circostanze locali, in base alla diversità di esperienze, strutture, contesti sociali e risorse disponibili».

Se le decisioni finali spettano al Papa, inoltre, tutti, laici e consacrati, devono poter partecipare al discernimento. Infine si ribadisce che «la Chiesa deve essere sempre al fianco di chi soffre» soprattutto oggi, in «un mondo in crisi, le cui ferite e scandalose disuguaglianze risuonano dolorosamente nel cuore di tutti i discepoli di Cristo, spingendoci a pregare per tutte le vittime della violenza e dell'ingiustizia ea rinnovare il nostro impegno a fianco delle donne e degli uomini che in ogni parte del mondo si adoperano come artigiani di giustizia e di pace».





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