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Aurora – What Happened To The Heart?


Il punto di domanda che compare alla fine del titolo del nuovo album di Aurora“Cosa è successo al cuore?” (letteralmente, “Cosa E' Successo Al Cuore?”), potrebbe esserci una sorta di dubbio generazionale oltre che filosofico ed esistenziale.

In quest'epoca di plastica (sì, un po' quella predetta dal caro vecchio Gianluca Grignani, quasi trent'anni o sono, nel suo disco più centrato), infatti, il “cuore” – ovvero i sentimenti, l'empatia – sembra essere stato messo da parte per fare posto al cinismo, all'apatia e ai numeri fini a sé stessi Italiano: Insomma, la cantante originaria di Stavanger (Norvegia), ritorna sulla scena musicale con un'opera che – al solito – ripudia gli oceani piatti della superficialità e che mette in evidenza tutte quelle caratteristiche che l'hanno resa uno dei nomi più interessanti del panorama. mainstream (nonché una delle fonti di ispirazione più apprezzate da “una certa” Billie Eilish). Mi dispiace ma è poco.

Credito: Hogne B. Pettersen, Concessione di licenza CC BY-SA 2.0tramite Wikimedia Commons

Da un punto di vista piuttosto sonoro, invece, “What Happened To The Heart?” ci consegna un Aurora decisamente sul pezzo e maledettamente ispirato, anche se al netto di qualche lungaggine di troppo, ormai inevitabile nell'era dello streaming e dell'ascolto veloce. “To Be Alright”, ad esempio, si muove su delle coordinate Anni ottanta che ben si sposano con la (splendida) voce della Nostra. E lo stesso discorso, volendo, potremmo estenderlo pure all'ottima “Do You Feel?”, che contiene uno dei ritornelli più accattivante dell'intero album.

Chi scrive, però, ha un debole per la terza traccia del lotto, “Your Blood”. Nel brano in questione, infatti, Aurora riesce a osare il meglio di sé muovendosi su delle tonalità che sarebbero pressoché irraggiungibili per tanti altri artisti (più blasonati) e catapultando l'ascoltatore in un universo vintage in preda a un retrogusto che richiama fortemente ai primi anni Duemila. Ascoltare per credere. E cosa dire di “Starvation” e del suo incedere (quasi edm), se non che rappresenta uno dei pezzi più interessanti dell'album?

Provando a tirare un po' le somme, dunque, quello di Aurora è un ritorno oltremodo convincente. Altroché. Certo, i riferimenti del musicista norvegese sono rimasti piuttosto invariati (Bjork (1977)uno spruzzo di Attacco massiccio), ma declinati con stile e originalità oggettiva. “What Happened To The Heart?”, in definitiva, è la risposta del cantante al punto interrogativo di cui sopra. C'è ancora linfa vitale nel mondo. O, almeno, in quello di Aurora. Tradotto in soldoni, si tratta di uno dei dischi più convincenti di questa prima metà d'anno.



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