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Niente tentativo bis per Jaan Roose: “Soddisfatto così. Ma speravo in più vento”


La trentaduenne estone racconta le emozioni vissute sulla slackline sullo stretto di Messina: “Mi distraeva il rumore degli scooter”

Pierfrancesco Catucci

10 luglio 2024 (modificato alle 19:31) – MILANO

Sguardo fiero, consapevole dell'impresa da poco realizzata. Red Bull Messina Crossing, il nome dell'impresa dell'estone Il mio amico Jaan Roose Che ha attraversato lo Stretto su una slacklineè appena andata in archivio. Per qualche ora il super atleta pensa di riprovarci, per annullare la caduta a un centinaio di metri scarsi dal traguardo e rendere valido il record del mondo di cui non potrà fregiarsi ufficialmente, nonostante, in pratica, l'abbia realizzato. Ha camminato (nel vero senso del verbo) su una fettuccia di materiale sintetico dalla Calabria alla Siciliacome nessuno aveva mai fatto prima di lui. Poi, quando la lucidità prende pian piano il posto dell'adrenalina, torna sui suoi passi: “Sono soddisfatto così”. Non ci riproverànon perché non pensi di potercela fare, ma perché l'impresa lui l'ha realizzata davvero, a prescindere dalle regole del record che devono rispettare gli standard di formalità.

poco vento ma molto variabile

“Ero così felice di arrivare al pilone di Messina – racconta sulla spiaggia ai piedi del pilone di Torre Faro – e ho perso la cognizione del tempo mentre camminavo. Ci è voluto così tanto che mi sembrava di essere ancora all'inizio. Ci sono state tante sorprese durante la camminata: passi che ho dovuto gestire con cura, e più di una volta mi è capitato di inciampare e ritrovare l'equilibrio. È stata una camminata dura”. Ma l'avversario più temibile, quello vento che spirava tra i 4 ei 6 metri al secondonon è stato così cattivo. “Il tempo era fantastico. Avrei desiderato anche un po' più di vento per avere più respiro e aria fresca, era troppo calmo per me. Ma è stato meraviglioso”. Anche perché, a dispetto di Eolo, gliel'ha fatto comunque: “Non spirava con la forza che temevo, il problema piuttosto era come cambiava in continuazione. In tanti anni non avevo mai affrontato una sfida del genere, il livello di difficoltà era pazzesco”.

una vista mozzafiato, ma si vocifera…

A cominciare dai momenti che sapevamo già sarebbero stati cruciali: la partenza in discesa e l'arrivo in salita. La prima superata in pieno, la seconda subita con caduta a pochi metri dall'arrivo. “La parte più dura del percorso sono stati i primissimi passi. Dopo è stato più fluido. A metà percorso invece la linea saltava, si muoveva avanti e indietro molto. Mi aspettavo fosse più facile. Questa volta verso la fine, quando dovevo camminare in salita, è stato effettivamente più difficile che camminare in discesa”. Nel mezzo di un'esperienza da privilegiati, visto che chissà se mai arriverà qualcun altro che riproverà a camminare tra Calabria e Sicilia sospeso a oltre 200 metri di altezza. “Durante la camminata verso Messina, godevo di una vista mozzafiato ed ero felice. L'acqua era così pulita sotto la slackline e vedevo chiaramente il pilone. È stata davvero una sensazione fantastica camminare e vedere solo la slackline. Allo stesso tempo, sentivo tutte le barche che passavano sotto, i droni, le persone che urlavano, gli scooter… Anche se gli scooter erano i più rumorosi, mi distraevano”.

la preparazione di Jaan Roose per attraversare lo Stretto di Messina

Nulla, però, a cui non fossi preparato. Perché non solo l'atleta Red Bull aveva partecipato in prima persona a tutte le fasi di installazione e preparazione della slackline, fino alla realizzazione del nodo sulla corda di sicurezza che lo ha salvato quando è caduto, la sua preparazione per l'impresa era cominciata parecchi mesi fa: “Il modo migliore per prepararsi a questa impresa è semplicemente camminare nella realtà. Qualsiasi slackline possibile. Di solito è meglio su quelli più corti (anche perché questa è la più lunga mai realizzata e complicata da replicare). Io mi sto preparando camminando avanti e indietro su una slackline molto più corta, fino a simulare questo tipo di distanza. E ho gestito i giorni di distanza prestando la massima attenzione all'alimentazione, al riposo e tenendomi alla larga da tutto ciò che avrebbe potuto distrarmi”.





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