Istruzione

Retribuzioni dirigenti scolastici: i nuovi criteri fanno discutere. ANP: “Calo di retribuzione? Falso”. CGIL: “Operazione frettolosa e parziale” – Orizzonte Scuola Notizie


Le modifiche dei criteri di attribuzione delle fasce di complessità, pur mantenendo pressoché invariate le percentuali delle scuole in ciascuna fascia, hanno prodotto una riduzione totale della spesa relativa alla retribuzione di posizione pari a circa 8 milioni di euro, legata in parte alle procedure di dimensionamento scolastico.

Se, da un lato, il FUN per l'anno scolastico 2024/2025 è sufficiente a garantire gli stessi importi per la retribuzione di posizione parte variabile stabili con il Contratto Integrativo Nazionale (CIN) 2023/24; dall'altro lato, è prevista sia una “clausola di salvaguardia” per i dirigenti scolastici assegnati alle scuole che nel 2024/25 avranno una fascia di complessità inferiore rispetto a quella del 2023/24 che una differenziazione retributivanell'ordine del 5%in virtù dell'inserimento di alcuni nuovi criteri (ad esempio quello legato alla criticità socio-economica e culturale dello studente – ESCS).

Rimangono, tuttavia, lontane le posizioni delle organizzazioni sindacali coinvolte nel processo di confronto con il Ministero. “I criteri adottati per il prossimo anno scolastico – ha dichiarato Antonello Giannelli (ANP) a Radio Cusano Campus – sono, a mio parere, migliorativi rispetto al passato. Quando si dice calore di punizione per i presidenti è Falso: i dirigenti scolastici che si trovano in declassamento hanno, peraltro, una clausola di salvaguardia fino alla fine dell'incarico nella scuola in cui sono, che va di tre anni in tre anni. Mentre finora non c'erano diversificazioni retributive, ora se ne ha conto in misura maggiore. I vecchi criteri erano dati e riconosciuti tali da tutti i sindacati”.

Di parere opposto gli altri sindacalisti che, in ragione delle proteste dei dirigenti scolastici che hanno subito un declassamento di fascia, continuano a chiedere la sospensione dell'efficacia dei decreti e il rinvio della ridefinizione dei criteri di individuazione delle fasce di complessità per il prossimo anno scolastico 2025-2026. Ad esempio, scrive la FLC CGIL, “la soluzione di compromesso adottata dall'amministrazione, se ha contenuto il danno riduzione della metà dei casi di declassamento, ha comunque evidenziate tutte le criticità di un'operazione frettolosa e parziale che, nell'aggiungere nuovi indicatori di complessità, alcuni dei quali molto discutibili, si è limitato a sopprimerne altri, senza l'indispensabile lavoro di armonizzazione dei punteggi e senza la necessaria preventiva simulazione degli esercizi che avrebbero certamente impedito gli equilibri evidenziati dai dirigenti scolastici“.

Ricordiamo che i nuovi criteri individuati dai decreti dipartimentali numero 1621 e 23 del 25 Giugno 2024 si applicheranno agli anni scolastici 2024/2025 e 2025/2026. L'Amministrazione si riserva di valutarne un'eventuale revisione al termine dell'anno scolastico 2025/2026.



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