Ricette

Acqua Chiarella accelera la crescita con ristoranti e bottiglie di design in vetro


Il fatturato è aumentato di oltre il 40% negli ultimi due anni, una quota 6,8 milioni (con una marginalità in termini di Ebitda di 1 milione) e l'obiettivo è di arrivare a 10 milioni nei prossimi tre anni. Dal 2019 a oggi le sole vendite destinate alla ristorazione – in bottiglie ora completamente rinnovate nel design – sono più che raddoppiate.

I risultati dell'acqua Chiarella fanno capire quanto sia importante la scelta di puntare sull'offerta in vetro destinata al fuori casa (l'horeca pesa ora per il 50% del business), ma resta fondamentale anche il mercato delle consegne a domicilio: la porta a porta vale infatti il ​​30% ed è tutt'altro che in declino.

«È un servizio apprezzato anche per il valore del servizio e la sostenibilità legati al riuso del vetro. Noi – racconta Andrea Vaccaniamministratore di Amvm (Acque minerali Val Menaggio) – non lo offriamo solo sul nostro territorio come di solito accade, ma lavoriamo con distributori di tutto il Nord Italia, ad esempio su Milano abbiamo un accordo con il servizio Corriere espresso. Anche nel caso arriveremo con le nuove bottiglie: ci vorrà qualche anno, ma è giusto offrire anche un formato più curato oltre alla comodità del servizio. Le bottiglie tra l'altro sono fatte in modo da non rigarsi al momento del riuso per il nuovo imbottigliamento».

La produzione di Chiarella – nata 60 anni fa a Plesio in Val Menaggio, sul Lago di Como – è attorno ai 52 milioni di bottiglie l'anno, ma la strategia ora è «quella di creare valore invece di puntare sulla quantità – continua Vaccani, terza generazione alla guida dell'azienda – e infatti non produciamo praticamente più per altre etichette ma valorizziamo il brand attraverso una bottiglia di design e il dialogo con i ristoratori, non solo locali. Ovviamente puntiamo anche sulle proprietà della nostra acqua, povera di solfati, con uno dei livelli di sodio più bassi in Europa e una buona percentuale di calcio, potassio e magnesio». Così ora anche se il volume dell'acqua nel Pet è ancora il 50% del totale, l'altro 50% nel vetro vale più del 70% dei ricavi. Per un'azienda che difficilmente avrebbe potuto puntare tutto sulla competizione nei supermercati con i big del settore (che coprono ormai i tre quarti del mercato) è una strada probabilmente obbligata per non soccombere o cedere alle sirene di chi la vuole abbracciare. Ma non voglio dire che sia facile da raggiungere.

Le nuove bottiglie di acqua Chiarella disegnate da Lorenzo Palmeti

«Siamo riusciti a creare un progetto che sfruttasse lo stato di grazia che sta attraversando il nostro territorio – spiega Vaccani –. Molti credevano che l'immagine sulla nostra etichetta storica fosse addirittura inventata e invece è il paesaggio del lago che si vede dalla nostra sede». Eppure le bottiglie sono create dal designer Lorenzo Palmeti riportano quel paesaggio solo nel rilievo alla loro base e per il resto sono del tutto trasparenti, la loro caratteristica principale assieme naturalmente ad una forma elegante e riconoscibile e allescritte “Chiarella” e “Lago di Como” in rilievo.



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