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Dalla sede gratis all’affitto di 3,2 milioni all’anno: lo strano trasferimento della Fondazione Milano-Cortina


Lo strano caso del trasferimento degli uffici. Il bilancio in rosso della Fondazione. Gli appalti gestiti nel giro di una notte. Nuovi dettagli emergono dall'inchiesta sulla Fondazione Milano-Cortinacondotta della procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e oggi pomeriggio Francesco Cajani e Alessandro Gobbis. E un manager da 170 mila euro di stipendio l'anno pensava, in ufficio, al suo viaggio in bici per Barletta: “Ma secondo te adesso il mio problema sono le Olimpiadi?”.

Un trasferimento “singolare” vede i debiti

Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano si concentra, tra le altre cose, sul trasferimento degli uffici milanesi dalla Torre Allianz, dove quattro piani erano occupati grazie a una concessione gratuita, alla palazzina ex Tim di via della Boscaiola, attraverso un contratto di locazione di ben 3,2 milioni di euro l'anno. Scrive la Gdf: “Tenuto conto del rilevante debito in bilancio (54 milioni di euro), appare quantomeno singolare come i vertici della Fondazione abbiano optato per il trasloco da una sede occupata a titolo gratuito a una sede, invece, da occupare a titolo di locazione”. Ho dubbi su alcune scelte “antieconomiche” si diffondono anche all'interno della Fondazione. Un dirigente li espone allo stesso amministratore delegato Andrea Varnier, che proprio lo scorso giugno, infatti, chiede: “Riuscite a scoprire qual è la capienza massima possibile degli uffici Allianz?”. Quasi un modo per giustificare, a posteriori, la necessità di un cambio di sede.

Gli “sprechi patrimoniali” e il “rosso” coperto dal Governo

Parte del braccio di ferro giudiziario sulla vicenda della Fondazione si gioca su un punto: l'ente è di natura privata o pubblica? Gli avvocati dei vertici spingono sul primo tasto. La procura indaga sulla base del secondo presupposto, la natura pubblica dell'organismo, che nell'ipotesi accusatoria deve quindi sottostare a una serie di regole in materia di appalti, assunzioni e così via. Su questo punto si esprimerà il Riesame nei prossimi giorni. Al momento, seguendo la mappa dell'indagine, non si può non notare un dettaglio: la governo della Fondazione, annota la Gdf, si ispira a “criteri del tutto differenti da quelli imprenditoriali”, che di fronte a certi rischi d'impresa si comporterebbero in maniera diversa rispetto agli “sprechi patrimoniali” dovuti ad appalti o ad assunzioni. Così, al 31 dicembre 2022 è da rilevare che il rosso da 54 milioni di euro viene coperto “anche mediante le risorse finanziarie messe a disposizione dal Governo italiano e dagli Enti territoriali”.

“Sono dei cioccolatini”

Dalle intercettazioni si verificano fuori episodi certo poco edificanti. Ad esempio l'appalto per i servizi digitali affidato a Deloitte, secondo gli indagati intercettati, “è stato falsificato…diciamo…di fatto gestito col culo” e il vincitore è una società “che nel giro di una notte, da ultima è giunta prima ”, dice Massimiliano Zuco, ex direttore della Fondazione indagata. Dalla vecchia alla nuova gestione. Per la Gdf è “singolare” che Varnier informi con dovizia di particolari un dirigente di Deloitte degli esiti di una riunione dello stesso tribunale a Roma con un esponente politico dell'attuale Governo (Giorgetti, ndr)”. Deloitte è al centro delle verifiche per due appalti: uno, appunto, sui servizi digitali. L'altro, il contratto “Pisa”, da ben 170 milioni di dollari, per alcuni un “contratto capestro”. Sui servizi digitali, in Fondazione c'è chi si lamenta per i servizi offerti: “Sono dei cioccolatai sta gente”. Il contratto Pisa? “Una follia”, dice Novari, interrogato dal pm.

In ufficio a progettare un viaggio in bici per Barletta

Accadono storie strane anche tra gli assunti. Tra chi non capisce cosa fa un collega in ufficio (vedi il figlio di La Russa) e chi, davanti alla scrivania, pensa a ben altro. Antonio Marano, “direttore commerciale”, compenso annuo di 171 mila euro, un'auto con autista a disposizione, che parlando con Zuco ammette candidatamente: “Ma secondo te il mio problema adesso sono le Olimpiadi? Il mio problema è organizzarmi il viaggio adesso in bici (…) e vado fino a Barletta, 1.200 chilometri”. E poi: “Oh ma vuoi ridere? Pensa che un mese fa abbiamo raggiunto l'obiettivo: cazzo ho portato a casa anche i soldi dell'obiettivo!”.

La procura indaga sugli sponsor

Nell'inchiesta sono in corso approfondimenti finalizzati a chiarire la natura dei rapporti tra la Fondazione e “vari sponsor/fornitori”, tra cui Tim e Deloitte. Intanto emerge che l'ex ad Novari, indagato per turbativa e corruzione, sta subendo un'intercettazione di aprile tra gli altri due indagati, l'imprenditore Luca Tomassini e l'ex dirigente Zuco, sarebbe stato preoccupato di “poter essere bersaglio” di “possibili futuri accertamenti giudiziari” sulla gestione dell'ente. Stando alle parole di Tomassini, infatti, l'ex ad gli avrebbe detto: “Quando scoppierà il bubbone (…) daranno la responsabilità a me!”.

Le note di Fondazione e Deloitte

Arriva intanto una nota della Fondazione Milano Cortina 2026. L'ente precisa che la prossima pronuncia del Riesame “non riguarda nessuno dei suoi attuali amministratori, dirigenti e collaboratori, conferma la sua piena fiducia nei confronti degli inquirenti e ribadisce ancora una volta con forza la correttezza cui ha sempre ispirato le proprie azioni e decisioni. Il Comitato Organizzatore si è sempre attenuto alle indicazioni contenute nelle leggi e nei decreti con cui, dal 2019 ad oggi, quattro diversi Governi della Repubblica Italiana hanno determinato il suo operato, ribadendo di volta in volta la natura imprenditoriale e privatistica delle attività della Fondazione” . Inoltre, il 10 giugno scorso è stato depositato in procura “un esposto per rimettere all'autorità giudiziaria ogni utile valutazione su eventuali reati di tipo privatistico”. Una nota di Deloitte, invece, aggiunge: “In relazione alle notizie riportate dagli organi di stampa, sulla base delle informazioni in nostro possesso, nessun professionista di Deloitte Italia risulta ad oggi indagato. Siamo convinti della correttezza della condotta dei nostri professionisti e confidiamo pienamente nell'operato della magistratura”.

Malagò: “Chiari i ruoli mio e della Fondazione”

“Il ruolo e il modo di agire della Fondazione e del sottoscritto sono chiari, non c'è nulla da giustificare perché non c'è alcun attestato di responsabilità”. Lo ha detto il presidente del Coni e della Fondazione Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò, parlando con la stampa al termine della 1153/a riunione della Giunta nazionale del Coni in relazione alle intercettazioni telefoniche trapelate nei giorni scorsi circa i Giochi olimpici invernali in Italia. “Sono tutte conversazioni, è molto opinabile leggerle sui giornali e sulle quali non faccio riflessioni personali”. Successivamente il presidente Malagò ha aggiornato i membri del Consiglio nazionale sull'inchiesta della Procura della Repubblica di Milano.



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