Manic Street Preachers + Suede – Live @ Edinburgh Castel (Edinburgo, 10/07/2024)
Predicatori di strada maniacali e Pelle scamosciata per 75 minuti di visita al Castello di Edimburgo. Ci sono occasioni nelle quali anche solo elencare i fatti fa capire la portata dell'evento che si è svolto, e questa, per fortuna, è una di quelle. Potevano solo esserci due ordini di inconvenienti: la pioggia e la sensazione che la lista delle canzoni che inevitabilmente sarebbero mancate coprisse un po' l'emozione di quelle effettivamente eseguite. E invece la pioggia, ampiamente prevista fino al giorno prima, non si è presentata, e delle canzoni mancanti non se ne è curato assolutamente nessuno, vista la maestosità di entrambe le esecuzioni e la qualità dei brani che nelle rispettive scalette ci sono finiti.
La location è spettacolare come si poteva immaginare: un'arena all'aperto da 8.500 persone con accesso e flusso rapidissimi, ampio spazio per tutti e visuale perfetta da qualunque punto. Eravamo nella prima fila dei posti a sedere ma verso il fondo e, nonostante una certa lontananza dal palco, non abbiamo avuto alcun problema a vedere come si muovevano i vari musicisti. Anche l'acustica si è rivelata eccellente e l'unico piccolo problema è stato il passaggio frequente di persone che dovevano recarsi al bar o alla toilette e che toglievano un po' di atmosfera al tutto. Non si può, comunque, parlare di un pubblico disattento e poco partecipe, anzi, la gente si è fatta sentire eccome con i gruppi, però, se 8mila persone sono partecipanti e 500 lo sono un po' meno, comunque quei 500 si noteranno.
Tocca agli Pelle scamosciata aprono le danze, alle 19.25 come da programma. Brett e soci partono a tutti, con la scelta di “Turn Off Your Brain And Yell” come canzone di apertura che mostra al pubblico quanto la band creda nel proprio materiale più recente. Si capisce subito che il quintetto londinese è in forma smagliante, con un frontman subito carico e gli altri musicisti che non hanno bisogno di scaldarsi ma mettono immediatamente tutta l'energia che hanno a disposizione. Dopo il brano di apertura, il trittico “Trash”, “Animal Nitrate” e “The Drowners” porta letteralmente tutto il pubblico su un altro pianeta. Brett è indemoniato e sembra che dalla sua prestazione dipendano i destini del pianeta Terra. Onestamente, poter ammirare un artista di questo calibro mi ha dato dei tremori interni da brividi, le classiche farfalle nello stomaco, che si dice arrivino solo quando sei innamorato di un'altra persona ma io me le sento anche quando assisto a vivere di questo tipo . Ci tengo comunque a ribadire che gli altri non sono stati da meno, perché tutti gli strumenti hanno svolto un ruolo essenziale nella riuscita del set, grazie a una qualità ea un'espressività fuori dal comune nel modo di suonare di ognuno ea come venivano fatte interagire tra loro le diverse linee strumentali. Un concerto semplicemente irreale, impreziosito ulteriormente da due brani che hanno fatto il loro debutto in questo tour, ovvero “Sleeping Pills” e “The Wild Ones”, la prima incentrata sui giri di pianoforte e la seconda eseguita solo da Brett e Richard in acustico, e con la voce del leader che, in entrambi i casi, tocca altezze di tecnica ed emotività dalla stratosfera. Si conclude con una trascinante “Beautiful Ones” e tutto il pubblico che canta senza freni. IO Maniaci sono ora chiamati a dare il meglio di sé per non far scendere la serata di livello.
Il trio gallese, accompagnato di consueto da altri tre musicisti, non si tira certo indietro e suona subito “You Love Us” per mantenere al massimo la positività nei cuori di tutti. Anche qui, non si perde tempo ed è subito chiaro che James, Nicky e Sean (quest'ultimo con una barba grigia che lo rende difficilmente riconoscibile) non hanno certa intenzione di risparmiarsi. Ovviamente, e giustamente, il suono è un po' diverso da quello degli Pelle scamosciatapiù luminoso e splendente, senza quelle venature cupe che caratterizzano chi li ha preceduti sul palco. Si sente anche una maggior varietà nei dettagli, ma anche lì è normale, fosse solo perché sono in sei a suonare invece che in quattro. È giusto e bello che si notino le differenze ma anche che, tra le due bande, ci sia anche una sorta di filo che le unisce, e che oggettivamente non è facile spiegare a parole, ma c'è chi lo sente. Venendo alle canzoni suonate, le due che seguono quella di apertura sono altrettanti classiconi che entusiasmano il piatto, perché del resto quando ascolti dal vivo “Everything Must Go” e “Motorcycle Emptiness” cos'altro puoi fare? Mi dispiace molto per quest'ultima, eseguita in un modo che definire magistrale non le renderebbe giustizia. Stasera era la mia nonna volta coi Maniacie ovviamente ogni volta è stato eseguito questo capolavoro, ma stavolta c'è stato qualcosa in più, certamente un Giacomo più incisivo del solito nell'esecuzione della girandola di riff che caratterizza il brano e una band compatta come non mai. Davvero qualcosa di fantascientifico. Toccata la vetta, Maniaci comunque non scendono, ogni tanto abbassano un po' l'intensità e il ritmo, ma quando lo fai con canzoni come “Suicide Is Painless” o “To Repel Ghosts” va benissimo così. E poi, a metà scaletta arriva lei, Caterina Anne Daviesovvero L'Ancoraa duettare i suoi capisaldi come “Little Baby Nothing” e “Your Love Alone”, aggiungendo ulteriore meraviglia con la sua voce splendida, che mette insieme calore, potenza e capacità di avvolgere l'ascoltatore. Davvero una performance di livello anche per lei, artista che mi coccola da molto tempo e che stramerita che sempre più appassionati le riconoscano le proprie indubbie qualità. Non manca il sentito omaggio di Nicky all'amico Riccocon il ricordo del fatto che il testo di “Elvis Impersonator: Blackpool Pier” era stato iniziato da lui, e poi a quel punto la band non può più sbagliarsi e anche le canzoni più recenti, normalmente meno apprezzate dai fan, non lo fanno certo una brutta figura in questo caso. Si chiude in bellezza con “If You Tolerate This Your Children Will Be Next” e anche se io sono un tradizionalista e avrei preferito che come ultima canzone fosse rimasta “A Design For Life” (suonata sempre nel corso della serata) esco dall'arena con l'entusiasmo delle stelle, e mi godo la magia del centro di Edimburgo la sera.
L'idea di questo tour insieme si è rivelata trionfale per le due band, perché, almeno stasera, si capisce che ognuno era spinto a dare il massimo, non per competizione, ma per far vivere ai presenti una serata davvero speciale, aggettivo usato un un po' a sproposito ultimamente, e che invece ci sta volta a pennello. Chi c'era, non si dimenticherà mai nella vita delle emozioni indescrivibili che ha provato.