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Stellantis, il presidente Elkann: “Gli ultimi 25 anni sono stati duri, ma non abbiamo mai smesso di lavorare”


TORINO – “La Fiat ha attraversato crisi, guerre, calamità naturali. Nel mio caso, questi ultimi 25 anni sono stati duri: ho avuto anche paura di non farcela, di fronte alle tantissime avversità che abbiamo dovuto affrontare. Ma non abbiamo mai avuto smesso di lavoraredi cercare soluzioni, di credere nel nostro futuro e di difendere con tenacia quello che abbiamo costruito”. Il presidente di Stellantis, John Elkann, ha davanti il ​​ministro delle Imprese e del Made in Italy, sul tetto del Lingotto a Torino, per celebrare i 125 anni del marchio Fiat e della nuova Grande Panda. E' la prima volta che un esponente del governo Meloni partecipa a un evento di Stellantis, gruppo che è stato il primo azionista di Exor a controllare anche Repubblica.

Elkann indica quali sono i valori del marchio Fiat, una delle radici di Stellantis. “Essere un marchio profondamente italiano non ne ha mai impedito lo sviluppo internazionale:anzi. Esportare la nostra creatività ha fatto innamorare il mondo dell'Italia. “Oggi Fiat è il primo marchio di Stellantis, che sono orgoglioso di aver contribuito a creare 3 anni fa”, ha spiegato il presidente del gruppo. Urso ascolta. Nell'ultimo anno non sono mancate le occasioni di frizione e di polemica, ma non è venuto a Torino per rovinare la festa o per fare polemica. E' il momento della concretezza. Di provare a chiudere una sorta di intesa, anche se il mercato dell'auto sta vivendo un momento difficile, anche se l'italianità di Urso non sempre si sposa con le esigenze industriali e di contenimento dei costi di un produttore di auto globale.

“È più di un anno che lavoriamo con Stellantis”, dice il ministro delle Imprese e del Made in Italy che fa riferimento all'incontro di un anno fa al ministero a Roma con Tavares. “E' il momento delle scelte e della responsabilità – aggiunge – Stellantis deve assumersi la responsabilità del rilancio dell'auto in Italia rispetto a ciò che Fiat ha fatto per l'Italia e che l'Italia ha fatto per la Fiat. Lavoriamo insieme perché si riannodi questa storia di successo e l'auto torni a essere l'orgoglio dell'Italia, il sogno dell'Italia”, ha aggiunto Urso. E poi ha detto: “”Oggi ricordiamo quello che era l'auto italiana, l 'orgoglio del Paese. La Fiat era l'industria italiana e l'Italia era con la Fiat per sempre. Adesso dobbiamo trovare la necessaria coesione e la responsabilità sociale per consentire che questa gloriosa storia continui anche con Stellantis”.

L'annuncio di Stellantis, Carlos Tavares, chiede rispetto. “Il nostro passato, il presente e il futuro sono legati al lavoro delle persone. Torino è il nostro cuore pulsante. Il progetto per Mirafiori rappresenta un impegno sull'Italia e per l'Italia. Rappresenta la volontà di continuare a investire sull'Italia”, ha detto il direttore portoghese responsabile dei piani dello stabilimento storico. “Per piacere – ha aggiunto -, rispettate la Fiat. È un eroe italiano con un successo globale. Torino è il cuore pulsante del nostro gruppo. Abbiate rispetto per la Fiat perché sopravviverà a tutti noi”.

Nelle prossime settimane si capirà quali saranno le possibili soluzioni concrete e comuni per arrivare a piani che possano soddisfare il governo e il gruppo automobilistico che ha comunque condiviso l'obiettivo di ritornare a 1 milione di veicoli prodotti in Italia nel 2030. Sul tetto del Lingotto sono passate le icone della storia della Fiat e poi la Grande Panda e la 500e nella versione Armani. Dopo il ministro e il presidente Elkann, insieme a Tavares hanno inaugurato la mostra sui 125 anni della Fiat organizzata dalla Pinacoteca Agnelli.



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