Zelensky al vertice di Washington: “Siamo vicini all'ingresso nella Nato”
Roma, 11 lug. (Adnkronos) – “Non si esce dal declino italiano senza un Governo stabile ed efficace. Per questo condividiamo non da oggi l'obiettivo di cambiare la forma di governo con regole che favoriscano la stabilità dei governi scelti dai cittadini. Il Senato, in prima lettura, ha introdotto alcuni correttivi positivi, in particolare sulla disciplina delle crisi e dei casi di ricorso alle elezioni anticipate nonché sul limite dei mandati, ma le principali criticità segnalate non sono state ancora rimosse”. Si legge nell'appello di ioCambio, Libertà Eguale, Riformismo & Libertà e la Fondazione Magna Carta.
“O rimarranno invariate nel testo, come il mancato innalzamento del quorum per l'elezione del Presidente della Repubblica e il mancato ampliamento del suo collegio di elezione; oppure verranno rinviate, in modo inappropriato, alla legge elettorale i cui punti chiave vanno invece conosciuti e valutati insieme alla riforma, in particolare per quanto riguarda la maggioranza con cui legittimare/eleggere il Presidente del Consiglio, le ragioni per l'eventuale attribuzione dei premi, la loro ampiezza e l'eventuale ballottaggio, la questione dei possibili esiti difformi tra Camera e Senato, il peso da attribuire al voto degli italiani all'estero”.
“Se questi problemi non vengono affrontati e risolti in sede di approvazione della riforma, tutto rischierà di bloccarsi nel momento in cui, approvata la legge elettorale, essa sarà sottoposta al vaglio della Corte costituzionale. La norma transitoria stabilisce infatti che, anche nel caso in cui la riforma fosse approvata dal referendum, la sua applicabilità resta condizionata da quella della nuova legge elettorale”.
“Osserviamo con rammarico come nella discussione in Senato prevalga la contrapposizione frontale e pregiudiziale tra maggioranza e opposizione, anziché la ricerca di un dialogo capace di condurre verso soluzioni migliori e condivise. Questa contrapposizione appare stucchevole e strumentale, tanto più che una parte propone oggi orgogliosamente quel che aveva sdegnosamente rifiutato in passato, e l'altra rifiuta sdegnosamente quel che in sostanza aveva già proposto ieri”.
“Non intendiamo rassegnarci a questo risultato. Continueremo a tentare di far prevalere un sincero spirito costituente, consapevoli che solo da un proficuo, aperto, leale confronto parlamentare potrà uscire una riforma che superi i problemi che abbiamo enunciato, evidente a chiunque voglia vedere, e che avvii l'Italia sul percorso di governi stabili, responsabili e autorevoli perché legittimati dal voto popolare. Auspichiamo che, nel corso del prossimo esame della riforma alla Camera dei deputati, tutte le parti modifichino i propri atteggiamenti, per assumere una postura più consona alla funzione della loro affidata. Chiediamo, in particolare, alla maggioranza di ribadire la disponibilità ad accogliere modifiche al testo approvato e, qualora possibile, di valutare con spirito costruttivo gli emendamenti provenienti dalle altre forze politiche”.
“Alle opposizioni di abbandonare l'atteggiamento di ostilità preconcetta fin qui manifestato, per aprirsi senza pregiudizi a un confronto nel merito. Continueremo ad impegnarci in questa direzione con le associazioni ioCambio, Libertà Eguale, Riformismo & Libertà e la Fondazione Magna Carta, e con chiunque altro, a livello singolo o associato, condivida in spirito totalmente apartitico, questa iniziativa. Questo è il senso che guida il processo di revisione disciplinato dall'art. 138 della nostra Costituzione”.