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Ecco chi è Taylor Swift e cosa abbiamo scoperto girando tra i suoi fan a Milano


Richiesta di redazione: «Arriva Taylor Swift a Milano, servi un pezzo di colore». Ma chi è Taylor Swift, detto anche Tay Tay? Niente di meglio che andare sui posti, come suggeriva un vecchio fotoreporter di guerra. Vale per i conflitti, ma anche per il fenomeno pop del momento.

E così, eccomi attorno a San Siro per intervistare gli Swifties (si chiamano così i fan) arrivati ​​da ogni parte d'Italia, dagli Stati Uniti, dalla Turchia, dal Regno Unito, dalla Spagna, dalle Filippine, dalla Corea, dal Messico, dalla Cina. Sono tutti in coda davanti al negozio che vende i prodotti del merchandising ufficiale (che tutti chiamano merch, abbreviato). Costo di una maglietta: 45 euro. La felpa ha 80 anni. Il mini striscione 25.

Passo indietro per il lettore che ne sa poco (come chi scrive prima di andare a San Siro).

Taylor Swift è nata a West Reading, in Pennsylvania, il 13 dicembre 1989. la cantante donna più ascoltata su Apple Music e Spotify. Ha venduto oltre 200 milioni di dischi. Su Instagram ci sono più di 278 milioni di follower. È finita 111 volte nel Guinness dei Primati. Il suo patrimonio è di 1 miliardo di dollari, primo musicista della storia a diventare miliardario solo grazie alla sua arte.

La rivista Tempo l'ha scelta come Persona dell'anno per il 2023 preferendola a sam altmanamministratore delegato di OpenAI, Girolamo Powellpresidente della Federal Reserve, Vladimir Putin e Xi Jinping. Motivazione: «In mezzo a tutte le tragedie, abbiamo fatto una scelta che rappresenta la gioia. Qualcuno che porta la luce nel mondo».

L'Università di Università di Harvard ha istituito un corso dedicato a lei, corso che ha immediatamente registrato centinaia di iscritti. Poi hanno fatto lo stesso anche la New York University e le Università del Texas e dell'Arizona.

Ha vinto 12 premi Grammy (superando tre mostri sacri come Stevie Wonder, Paul Simon e Frank Sinatra), 40 American Music Award, 39 Billboard Music Award, 23 MTV Video Music Awards.

La sua ultima tournée, Il tour delle ere, incasserà più di quelli dei Rolling Stones. Ciascuno spettacolo ha venduto biglietti per 14 milioni di dollarii posti arrivano a più di 3 mila e finiscono in pochi minuti dalla messa in vendita online con un secondary ticketing violentissimo (per le date di scadenza di Milano i prezzi variano da 800 a 3 mila euro) che ha aizzato la curiosità dei giornali.

Il suo film evento, Taylor Swift – Il tour delle ere (2023), che ne ripercorre le tappe, è uscito in oltre quattromila sale cinematografiche nel solo Nord America (più dell'ultimo Missione impossibile7.500 in vendita in tutto il mondo), si appresta a diventare il film musicale con i maggiori incassi di tutti i tempi.

«È la beatlemania degli anni Duemila, solo che invece di essere in quattro la voce è una», ha scritto Massimo Basile su Repubblica.

Bene, se ho raccontato l'idea sul personaggio, ora vi racconto quello che ho scoperto girando tra gli swifties in attesa dei due concerti di sabato 13 e domenica 14 luglio a San Siro.

CANZONI – Tutti i fan che ho incontrato mi hanno detto la stessa cosa: Taylor Swift con le parole ci sa fare. E di brutto. «Nessuno come lei riesce a interpretare i nostri sentimenti, a dire le cose che abbiamo provato anche noi», dice Alessia da Monza. Sebastiano concorda: «Noi italiani conosciamo poco l'inglese perché certe sfumature dei testi non riusciamo a coglierle. Colpevole come il peccato?una canzone dell'ultimo album, è magnifica perché descrive benissimo una storia d'amore breve ma intensa». Camille e Briccio, filippini che vivono a Edimburgo: «Nelle sue canzoni ci sono la nostra vita, ci fa emozionare, abbiamo i brividi al pensiero che tra poco la vedremo dal vivo».

Davanti allo store ufficiale incontra un gruppo di ragazzi spagnoli sui 20 anni, arrivati ​​da Maiorca e Cartagena: «Nelle loro canzoni ci identifichiamo totalmente, raccontando di noi come nessun altro artista oggi sa fare», dice Sofia a nome di tutti.

Michela, Lorenza, Martina e Arianna arrivano dalla provincia di Cosenza, vengono a comprare la maglietta ufficiale e vedono l'ingresso per il concerto di domenica: «Uno dei motivi del suo successo sta nel fatto che scrive da sola le sue canzoni», spiegano, «ha capito che bisogna parlare a tutti e lei ci riesce benissimo. I testi ci piacciono perché mostrano la sua fragilità. Ad esempio nell'ultimo album, Il Dipartimento dei Poeti Torturati, parla di una morte interiore e lo fa con parole semplici che però colpiscono e ti restano in testa. Nella canzone Il cane nero racconta di un bar dove andava con la sua ex. Accende qualcosa dentro. Non a caso in America la visione di una stregaUN”.

Le ragazze citano anche un'altra canzone, Marjorie, dedicata a Marjorie Finlay, la nonna della popstar che era una cantante lirica: «Ognuno di noi in questa canzone pensa ai propri nonni o a una persona cara che non c'è più».

Kelsie arriva dal Michigan e Fiona dalla Scozia, si conoscono mentre erano in fila per acquistare il gadget. Chiedo a entrambi i motivi del successo di Swift: «È una figura positiva e un modello per le altre persone con la sua gentilezza e semplicità che rende una ragazza della porta accanto. Rinnovarsi e cambiare senza snatuarsi. Ogni album ha uno stile diverso ma è sempre riconoscibile». Moreno ed Elisa da Venezia aggiungono che è «un genio del marketing e che con l'ultimo album l'intensità dei testi delle canzoni è diventata superlativa».



Un gruppo di fan di Taylor Swift fuori da San Siro in attesa del concerto

APPARTENENZA – Un gruppo di ragazzi che arrivano da varie regioni d'Italia (Sardegna, Campania, Friuli, Piemonte, Sicilia) agita uno striscione rosa, tipo quello delle convention per le elezioni americane, dove c'è scritto: “Taylor Swift 2024 – Salviamo di nuovo l’America”. Vorreste il presidente degli Stati Uniti?, chiedo, pensando che ci sia un messaggio per la prossima corsa alla Casa Bianca tra Trump e Biden, sostenuto dalla popstar quattro anni fa. «Vorremmo essere il presidente di tutto il mondo», rispondono in coro i ragazzi.

Un aneddoto divertente che spiega bene perché gli swifties parlano di una “Nazione Taylor” senza paura di sfidare il ridicolo. La politica non c'entra nulla. Le sue canzoni dell'amore e del disamore, della fragilità e delle tempeste, della proposta e del rifiuto, del momento magico e del grande vuoto hanno aperto un gigantesco canale di comunicazione collettiva che fa provare ai fan una sorta di sintonia, una totale empatia, una curiosità insaziabile. Come imbattersi in un nuovo amico di cui ti puoi fidare, quando l'età delle grandi amicizie è finita.

FATTORE TEMPO – Molti swifties mi dicono: «Ma lo so che Taylor Swift ha scritto una canzone di 10 minuti ed è finita prima in classifica tra i singoli più ascoltati per oltre tre settimane?». Per loro (ma anche per noi) un brano così lungo è una notizia perché un reel su Instagram dura al massimo 25 secondi e la nostra soglia di attenzione mediatica si esaurisce in questo lasso di tempo (purtroppo meno). La canzone in questione è Tutto troppo bene, racconta la storia di una relazione breve ma intensa, fallita rovinosamente. Il video del brano mostra immagini iconiche, di amanti che ballano felici illuminati solo dalla luce di un frigorifero aperto all'uomo che, a relazione naufragata, manda indietro uno scatolone che contiene le cose che l'ex ha lasciato da lui ma tiene una sciarpa «che gli ricorda l'innocenza e profuma ancora di lei».

Il fattore tempo per i fan di Swift è decisivo: un concerto dura in media quasi quattro ore con oltre 40 brani in scaletta. Nessuno si stufa. Tour delle Ereil tour dei tour che tocca 22 paesi con 152 date in 21 mesi e incassi record (nei primi 8 mesi ha superato 1 miliardo di dollari), è l'antologia dell'intera carriera di Tay Tay, messa in scena in chiave cronologica e confezionata in modo memorabile per offrire ai fan l'occasione di celebrare se stessi, ciascuno con le proprie personali evoluzioni. Anche ogni album di Swift corrisponde a un'epoca della sua vita contrassegnata da un colore diverso.

Curioso che nell'età dei morti e dei fuggitivi, della velocità come imperativo categorico, una popstar parli di lì a tempi lunghi e sia così seguita e amata dai ragazzi di oggi. Una pedagogia del tempo poco mainstream.



Alcuni fan indossano i braccialetti dell'amicizia. A destra, Alessia, 52 anni, da Oristano, con i braccialetti che ha preparato per il concerto di San Siro

STRANIERI – Andrea, dalla Campania, ha fatto una stima a spanne: «Sono il 14 per cento, la stragrande maggioranza degli americani perché negli Stati Uniti i biglietti costano molto di più che da noi». Un gruppo di ragazzi arrivato da New York conferma: «In America per un biglietto servono tra gli 800 ei duemila dollari. Qui con questa cifra non solo si assiste al concerto ma si paga persino l'aereo e l'hotel e si fa una bella vacanza estiva nel vostro Paese». Margareth, per dire, ha prenotato una visita al Cenacolo di Leonardo. Secondo i dati degli organizzatori, dei 128mila spettatori attesi a San Siro, 18mila sono americani.

BRACCIALETTI – Flavia arriva dalla provincia di Oristano fresca di Maturità superata brillantemente con il massimo dei voti. Ha un biglietto vip per il primo anello arancio. Costo: 800 euro. «Temevo di non trovarmi altri e mi sono fidata del primo che mi è capitato», racconta. È una swiftie della prima ora ma in questa sua passione ha coinvolto anche la madre Alessia, 52 anni, che ora l'accompagna al concerto (ma il padre e il fratello sembrano un po' annoiati). A un certo punto, Alessia tira fuori un busto con i braccialetti dell'amiciziai braccialetti souvenir che vengono scambiati con i nuovi amici conosciuti ai concerti. Ogni fan li prepara a casa mettendo i titoli o alcune frasi delle canzoni di Tay Tay. Poi avviene lo scambio al concerto. Sono il simbolo della comunità che lega gli swifties di ogni nazione in un unico abbraccio e nel ricordo dei concerti a cui hanno assistito.



Da sinistra, in senso orario: un gruppo di fan spagnoli è arrivato da Maiorca e Cartagena, Flavia e Alessia, madre e figlia, da Oristano e la fila delle persone davanti allo store ufficiale

INTERGENERAZIONALE – L'età media degli swifties è di 25 anni. Trovi dai neo-maggiorenni ai 35enni. Matteo, 30 anni, ha comprato trenta copie «fisiche, precise» dell'ultimo album: «Quale cantante vende così tante copie senza contarlo in streaming?». È andato in concerto a Vienna e ora fa il bis a Milano.

Irene, della provincia di Trapani, ha preso i biglietti per Milano e per Londra, il 20 agosto, ultima data europea del tour: «Devo iniziare a lavorare come OSS a Bormio, spero che mi diano il permesso, altrimenti dirò che dopo, al concerto della Taylor, non posso proprio rinunciare». Ma ci sono anche molti genitori (mamme, soprattutto) e tante coppie. Le donne, in genere, prevalgono sugli uomini. Forse perché gli album di Swift spaziano dal country all'elettronica, fino all'indie music, con ballate e pezzi ballabili. Insomma, anche musicalmente, ce n'è (quasi) per tutti.

Ritiro – Oltre a quello dei braccialetti, un altro rito è quello di acquistare i gadget alla vigilia del concerto. Oppure segui le indicazioni su Telegram o TikTok su come vestirsi al concerto, cosa portare e cosa scartare, le coreografie da preparare per salutare Taylor. Insomma, un mix di vecchi riti e rituali aggiornati con elementi pop, internet e il potenziale della rete.

INDOTTO ECONOMICO – «La notizia della mia morte è fortemente esagerata», scrisse ironicamente il grande scrittore americano Mark Twain. Forse anche le notizie sull'indotto economico, la famigerata swifteconomy, sembrano un tantino esagerate. Almeno per le date italiane dell'Eras ​​Tour. Secondo gli studi della Confcommercio Milano l'indotto complessivo per la città è di 180 milioni di euro tra alloggi, ristoranti e spostamenti. Sarà, ma per dire, i fan di Vasco Rossi che a giugno hanno riempito San Siro per sette volte consecutive e altrettanti sold out non viaggiavano, non mangiavano, non alloggiavano?



Taylor Swift in concerto a Tokyo il 7 febbraio scorso durante una tappa dell'Eras ​​Tour (Reuters)





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