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Taylor Swift a Milano, il popolo degli swifties invade San Siro: la grande attesa per conquistarsi un posto in prima fila


I primi ad entrare sono loro, quelli con il biglietto vip. Il momento tanto atteso ha un orario ed è fissato per le 13, sotto un sole cocente che non dà tregua. Stasera a San Siro Taylor Swift suonerà al primo dei due spettacoli previsti in città e l'elettricità già di mattina corre di sguardo in sguardo, sugli abiti confezionati a mano da qualche fan e sui glitter che disegnano cuori sui loro volti. «Mi sono fatta gli stivali da sola», racconta Jennifer, studentessa di Milano. «Li ho fatti glitterare di rosso come il costume, fatto di pantaloncini e corpetto. I braccialetti dell'amicizia? Questi sono obbligatori, diciamo. Accompagnarci tutti, è una cosa bella no?». Lei è tra coloro che hanno passato giorni a controllare com'era la situazione, prima di sistemarsi sotto la tenda, conoscendo «un sacco di persone molto carine» con cui condividere il tempo e aiutare a vicenda.

Milano la lunga attesa per Taylor Swift tra canzoni grandine e solleone



All'apertura prevista dei cancelli, se ne sta con tutti gli altri a scalpitare dietro una coda ordinata, con gli steward che li scortano fino ai tornelli del Meazza. I primi swifties, come si chiamano i fan della popstar americana che a Milano accoglierà tra oggi e domani 130 mila persone, entrano piano piano dagli ingressi, restano ancora dentro lo stadio e poi via a conquistarsi un posto in transenna, in prima fila. «Non spingete! Non superate, raga!», urla una ragazza a chi si fa sopraffare dall'impazienza rischiando di vanificare un sistema autogestito di assegnazione delle priorità di accesso con un codice scritto sul dorso della mano. In sostanza, chi è arrivato in zona tenda per primo, per primo entra. Tra questi c'è Andrea, 20 anni di Modena, in attesa di partire per lavorare in Germania. Indossa una specie di tuta tempestata di pietre luccicanti. «Non è costata pochissimo», confessa, «Ma mi piaceva molto e l'ho comprata, ne vado molto fiero. Ho passato due notti in tenda ma non mi è pesato troppo, quando c'è l'adrenalina ti passa tutto». Si è data la possibilità di andare a mangiare o fare la doccia a casa di qualche amico. Così ha fatto anche un gruppo di ragazze da Arbus e Villacidro, in Sardegna. «Anche noi ci siamo confezionati i vestiti da sole, ma gli stivali – dei camperos argentati con il tacco alto fino al ginocchio – che li siamo comprati», dice Giulia che di anni ne ha 20. Ama Taylor per i suoi testi, «le storie che racconta, il rapporto stretto con i fan, è un buon esempio per noi e per noi parlare». Con gli amici è venuta anche Kay Bean, 24 anni dalla Carolina del Nord, negli Stati Uniti. È arrivato ieri ma non ha dormito in tenda, ha preso un appartamento su Airbnb. Allo stadio è passato presto per acquistare la maglietta in una delle postazioni di merchandising ufficiali, è tornato a casa per lasciare tutto e ora è di nuovo allo stadio, pronto per la sua prima volta con Taylor Swift. Come tanti swifties vengono da lei, che oggi finalmente coroneranno il loro sogno.



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