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Biden al contrattacco: 


Sfodera gli articoli, Joe Biden. Lo fa da Detroit nel Michigan, stato industriale e “mattone” di quel Bue Wall, il muro blu che spesso ha sostenuto i democratici, indispensabile per conquistare la Casa Bianca. Ma che oggi è tremendo, simbolo del dramma del partito e del rischio a novembre di essere nuovamente sbaragliato da Donald Trump. «Non vado da nessuna parte. Corro e vinciamo», ha detto il presidente radunando una folla di sostenitori entusiasti. Ha attaccato duramente Trump, definendolo criminale, stupratore e truffatore. E, con toni che a qualcuno sembrano imitare la sua nemesi, ha sferzato i media, accusandoli di prendere di mira solo le sue gaffe e fragilità e di perdonare il rivale. «Sono l'unico, democratico o repubblicano, che lo ha mai battuto», ha incalzato.

Biden ha parlato per oltre mezz'ora di un affollato evento nella palestra di un liceo, tentando di rincuorare i sostenitori sulle sue condizioni dopo il disastroso dibattito televisivo con Trump e una prova generale che ha brillato nella più recente conferenza stampa. Ma, ammettono gli strateghi del partito, avranno bisogno di continui e molteplici eventi combattivi per convincere davvero, a 81 anni, i ribelli democratici e gli elettori nei sondaggi (il 74% vuole che lasci) d'essere in grado di sostenere la campagna e ottenere dalle urne un nuovo mandato alla Casa Bianca.

A Detroit si è evidenziata l'assenza di notabili locali del partito. E, poco prima del comizio, un teso incontro con il leader spagnolo aveva visto per la prima volta un deputato, il californiano Mike Levin, chiedergli faccia a faccia di farsi da parte. Le defezioni ufficiali sono ormai una ventina.

Trump, da parte sua, ha intensificato l'offensiva alla vigilia della Convention conservatrice a Milwaukee nel Wisconsin, altro grande stato incerto, da domani a giovedì. Era in programma per ieri sera un raduno a Burton, in Pennsylvania, nei pressi di Pittsburgh, in occasione di una fiera agricola. I riflettori sono puntati sulla scelta del vice, che ha anticipato di voler compiere forse già con un annuncio a Burton, oppure agli inizi della Convention: almeno tre degli apparenti finalisti, il senatore dell'Ohio JD Vance, il governatore del North Dakota Doug Burgum e un altro senatore, Marco Rubio della Florida. E non sono escluse le sorprese.

Vance, autore, ex capitalista di rischio e fattosi dal nulla, è considerato il volto nuovo: giovane, 39 anni, efficace oratore e popolare tra i militanti del movimento Make America Great Again, ma un tempo era stato tra i critici di Trump. Burgum è un miliardario ma ha poca esperienza nazionale. Rubio fa bene al vasto elettorato spagnolo e però in passato è venuto meno nei momenti che contano.



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