Economia Finanza

I cinque errori: così Trump è stato esposto al pericolo




Il proiettile oltrepassa la testa di Donald Trump lasciando nell'aria una sottile scia di vibrazioni. È un segno impercettibile, che viene immortalato per caso da uno dei giornalisti presenti al raduno repubblicano nella contea di Butler, in Pennsylvania. Il suono secco degli altri due colpi. Poi il magnate si avvicina, mentre una macchia di sangue tinge di rosso la parte superiore dell'orecchio destro. C'è chi teme il peggio. È il panico. Non solo tra i presenti, divisi tra chi non comprende cosa sta accadendo e chi, invece, prova a ripararsi in qualche modo. Ma anche e soprattutto tra gli agenti di sicurezza del repubblicano. L'evento che nessuno si aspettava, un attacco diretto al cuore della democrazia americana, è diventato realtà. Ed è troppo tardi. Qualcosa non ha funzionato nella protezione del magnate. In almeno cinque punti:

  • Per l'evento repubblicano non erano stati pensati né i servizi di sicurezza né i droni che avrebbero potuto rivelare la presenza dell'attentatore. Una mancanza grave, anche perché, secondo quanto riportano diversi testimoni, Thomas Matthew Crooks era visibile, tanto che la sua figura era stata segnalata da più persone alla sicurezza di Trump
  • Il cecchino del contatore agisce eccessivamente in ritardo (dopo il secondo colpo) e, soprattutto, non vede il terrorista sdraiato sul tetto mentre, come abbiamo scritto, alcune persone presenti alla manifestazione lo avevano visto
  • Attorno a Trump erano presenti diversi servizi di sicurezza che, però, non si sono saputi coordinare tra loro nel momento in cui il 45esimo presidente americano è stato colpito
  • L'intervento di protezione è arrivato con un ritardo eccessivo ma, soprattutto, Trump è stato assecondato nelle sue richieste (“fatemi prendere le scarpe”), al posto di portarlo via tempestivamente. L'agente donna, mentre il magnate viene portato via, perde tempo con gli occhiali da sole e si inchina per raccogliere il berretto rosso, lasciando esposto il magnate
  • Infine, Tump non viene difeso con alcuna protezione balistica, che un servizio di sicurezza simile dovrebbe avere, ma solo con i corpi o, peggio ancora, con le mani degli agenti

E così gli Stati Uniti si trovano nel caos. In una delle più violente campagne elettorali che il Paese ricorda. C'è chi dice che oggi Trump abbia vinto le elezioni. Chi, invece, crede che ci sia stato un messaggio in scena. Quando la realtà diventa irreale tocca rifugiarsi nella letteratura. In quella underground, ora in voga in quell'America profonda che piace a Trump e torna a sfogliare un libro intitolato Tuner Diaries, tradotto in Italia da Bietti come La seconda guerra civile americana.

Un testo razzista, a tratti osceno. Il New York Times lo ha bollato come “la Bibbia dell'estrema destra”. Ma non è così. E molto di più. È il flusso della coscienza americana, in cui la tentazione della guerra civile è sempre presente. Oggi più che mai.



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