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Trump ferito con l’arma che tanto ama



Negli Stati Uniti è considerata l'arma nazionale. Diffusissima in tutto il Paese (si stima che siano oltre 40 milioni i pezzi venduti) è stata la protagonista della gran parte delle strategie di massa che sempre più frequentemente insanguinano gli Stati Uniti. L'Ar-15, il fucile utilizzato dall'attentatore Trump, è un simbolo per quella parte di elettorato vicina all'ex presidente che si batte per la libera vendita delle armi. Poco più di un anno fa alcuni membri repubblicani del Congresso cominciarono a portarlo come spilla su baveri e cravatte per rilanciare il diritto degli americani a poter portare liberamente le armi. L'Ar-15 è stato prodotto per la prima volta alla fine degli anni Cinquanta. Fucile semiautomatico ha avuto, all'inizio, un uso esclusivamente militare. Ben presto, però, cominciò a diffondersi anche come arma civile. Deve il suo nome all'azienda produttrice, l'ArmaLite, e di fatto è il quinto modello di carabina fabbricato da quella società. Il progetto poi venne venduto alla Colt, l'unica che oggi può metterlo in produzione. Non esistono però altri modelli, chiamati Ar-15 style. Sembra che uno di quegli ultimi, acquistati dal padre dell'attentatore, sia stato utilizzato contro Trump. L'arma è talmente diffusa che esiste anche un'associazione, la Ar-15 Owners of America, che raggruppa i suoi estimatori. Il suo presidente, Christ Waltz, dichiarò alla BBC che questo tipo di fucile è «come una Barbie per uomini». E così come per le Barbie, anche gli Ar-15 possono avere equipaggiamenti diversi». Il suo caricatore può contenere fino a 100 proiettili, può sparare fino a 60 colpi al minuto e costa poco più di mille dollari.

La presidenza Clinton lo aveva messo al bando dal 1994 al 2004. Dopo tale data, però, non essendo stato confermato il divieto di vendita, gli acquisti si sono impennati così come gli stragi. Tra questi si ricordano quello alla scuola elementare di Sandy Hook, nel Connecticut, nel 2012, che causò 28 morti, quello a Las Vegas nel 2017 con 60 vittime e, il più recente, lo scorso marzo, quando la 28enne Audrey Elizabeth Hale uccise tre bambini, il preside, il custode e un supplente della Convent School di Nashville.





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