Europei su pista Juniores e U23: Italia terza con sette ori e 20 medaglie totali
Nella rassegna continentale giovanile di Cottbus, gli azzurrini si sono piazzati solo in Gran Bretagna e ai padroni di casa della Germania. Il presidente federale Dagnoni: “Il futuro del ciclismo italiano è assicurato”
Sette d'oro, sette d'argento e sei di bronzo, per un totale di 20 medaglie e il terzo posto finale alle spalle di Gran Bretagna e Germania. L'Italia protagonista agli Europei sulla pista di Cottbus riservata alle categorie Juniores e Under 23. Si tratta dell'ennesima conferma per il settore giovanile azzurro che continua a stazionare nel gotha del ciclismo europeo. Un bottino leggermente inferiore a quello dello scorso anno ad Anadia (all'epoca l'Italia era prima nel medagliere con 22 metalli complessivi e 14 titoli europei) anch'esso in linea con le ultime edizioni dei giovani continentali.
CAMPIONI EUROPEI
—
Tra gli azzurri, a conquistare i sette titoli europei sono stati Federica Venturelli (Inseguimento U23), il team Sprint uomini U23 composto da Stefano Minuta, Daniele Napolitano e Mattia Predomo, le squadre dell'Inseguimento a squadre Juniores (Davide Stella, Christian Fantini, Ares Costa, Alessio Magagnotti ed Eros Sporzon) e U23 (Renato Favero, Luca Giaimi, Manlio Moro, Niccolò Galli e Samuel Quaranta), Anita Baima (Eliminazione U23), Mattia Predomo (Keirin U23) e la coppia Davide Stella-Eros Sporzon (Madison Juniores).
IL PRESIDENTE
—
Ai protagonisti della spedizione sono arrivati i complimenti del presidente federale, Cordiano Dagnoni: “Ho seguito i primi giorni in Germania e poi da remoto, e ho visto un gruppo sempre più affiatato e in grado di superare tutte le difficoltà. Ancora una volta, i nostri ragazzi hanno raccolto successi praticamente in tutti i settori e in tutte le discipline, allungando quella striscia di risultati che è iniziata ormai da qualche anno. Faccio i complimenti a tutti gli atleti, ai tecnici e allo staff della Nazionale che, come sempre, ha saputo mettere nelle migliori condizioni i nostri ragazzi. Essere ai vertici per tanti anni di seguito, in categorie che hanno un grande ricambio, dimostra quanto il movimento sia in grado di rigenerarsi e produrre ogni anno sempre nuovi talenti. Grazie a loro il futuro del ciclismo italiano è assicurato”.
Gazzetta dello Sport
© RIPRODUZIONE RISERVATA